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Cazimi: una lettura esoterica e simbolica del Cuore del Sole

Partiamo dalla Qabbalah, per la quale 32 è un numero importantissimo, perché ghematricamente – la ghematria è quella dottrina esegetica cabbalistica, per la quale ad ogni lettera dell’alfabeto corrisponde un valore numerico – corrisponde alla parola LEB, che vuol dire CUORE, e che è composta dalle due lettere Lamed e Beth, dove Lamed ha valore numerico 30, e Beth ha valore numerico 2.

Questa “ghematria” unisce la prima e l’ultima lettera del Bereshit, il libro della Genesi, e per questo motivo, la contiene.

LEB = CUORE = 32

Secondo la Melotesia Planetaria– la dottrina astrologica che associa i pianeti agli organi del corpo umano – il cuore, il principale organo, la pompa del sangue, è associato proprio al luminare diurno, al Sole, colui che dà luce a tutti gli altri – luce come sangue – e ne traccia il cammino nel grande cerchio dell’Eclittica. Tutti i pianeti, infatti, procedono per una fascia, detta appunto Eclittica, che consiste nel cammino del Sole attorno al mondo, e il Sole è l’unico dei 7 – Saturno Giove Marte Sole Venere Mercurio e Luna nella sequenza classica o Caldea che procede fisso sull’eclittica, che la traccia senza mai deviarne, sempre a 0° di Latitudine. Gli altri se ne discostano di qualche grado da un lato o dall’altro. Questo ovviamente succede, perché è l’Eclittica stessa, ad essere tracciata sul cammino solare.

E qui troviamo la meraviglia, perché, diceva Nicomaco di Gerasa, un pitagoriano, che «tutto esiste per il Numero», e quel numero che abbiamo visto essere tanto importante per la Qabbalah, quel 32 che per ghematria abbiamo visto corrispondere proprio alla parola LEB che vuol dire appunto “cuore” nella lingua della Qabbalah (Leb=Lamed+Beth=32=Cuore), corrisponde esattamente al diametro angolare apparente del Sole, espresso in gradi e minuti: 0°32’.

Quindi Leb uguale 32 per ghematria; uguale CUORE per significato, dove CUORE uguale SOLE per Melotesia Planetaria, e dove SOLE torna a essere uguale a 32 per dimensione angolare. Notevole.

Leb = 32 = Cuore = Sole = 0°32’

È per tramite della Scienza delle Corrispondenze, che possiamo riconoscere l’Intelligenza Superna dell’Anima Mundi, che si manifesta spontanea attraverso questi stupefacenti giochi di analogie.

Il grande Astrologo e Filosofo Abraham Ibn-Ezra, in “Moladot” I-1 (praticamente l’incipit), in questo modo si esprime: «Chiunque sia versato nella scienza dei giudizi dei segni zodiacali ma non si intende della scienza superna, potrà a vol-te emettere giudizi errati» (Sepher ha-Moladot – Il libro delle natività – p. 85), e in nota, il curatore puntualizza: «Scienza superna […] ad indicare […] la metafisica, la disciplina che investiga nelle più fondamentali e profonde leggi dell’universo» (Ibid – p. 208).

Secondo l’interpretazione tradizionale, un astro, in prossimità del Sole, progressivamente scompare, affogando letteralmente nei suoi raggi, diventando invisibile e per questo depotenziato. Questa condizione è detta Combustione. Ma nel momento in cui l’astro combusto, viene a trovarsi a 16’ (per alcuni 17’ ma poco importa) DAL CENTRO del Sole, dal suo Cuore, ecco che improvvisamente ritorna ad essere visibile, una sorta di ritorno del figliuol prodigo. Quei 16’ minuti di tolleranza, corrispondono infatti al raggio apparente del Sole (32:2=16). Teniamo conto che gli antichi non si limitavano a computare con le teste abbassate sulle scrivanie come facciamo noi, ma alzavano gli occhi al cielo, ed il principio di visibilità in Astrologia, è fondante e centrale sul piano interpretativo (vedi eclissi, levate eliache, magnitudini e quant’altro).

Ma se continuiamo nel nostro gioco di analogie e corrispondenze, ecco che il 32, composto da 3 e 2, si pone in relazione con l’intervallo di Quinta in Musica, dove, dividendo il famoso “Monocordo di Filolao” – una corda vincolata ai due estremi e posta in vibrazione – nei suoi due terzi, rapporto analogo a tre mezzi – otteniamo appunto l’intervallo di Quinta, il “cuore” della Scala Diatonica come noi la conosciamo (Do Re Mi Fa Sol La Si), e definito dal grande etnomusicologo tedesco Curt Sachs, uno dei «tre intervalli innati dell’uomo» (Curt Sachs – La musica nel mondo antico Sansoni Editore – Firenze – 1981 – p. 55).

In questo modo lo stesso Cartesio si esprime rispetto a questo intervallo: «Di tutte le consonanze, la quinta è la più piacevole e la più gradita agli orecchi, ed è perciò quella che, in un certo senso, è solita predominare in tutte le composizioni» (René Descartes – Compendium musicae – Stilo editrice – Bari – 2008 – p. 41).

Questo particolare intervallo musicale, la Quinta, viene definita la Dominante, e corrisponde al Sol (rispetto ad un primo grado Do, ed in antichità, prima dell’invenzione del Sistema Temperato, con Do si intendeva genericamente qualsiasi Primo Grado), e con il Do si pone in una rapporto di Tensione e Risoluzione – analoga al Solve et Coagula dell’Alchimia – e per il quale si sviluppa l’Armonia Musicale (Do-Sol), e perciò possiamo a ben diritto definirla come “il cuore della Scala”.

È una singolare coincidenza che la nota Sol sia così nominata dalla prima sillaba del quinto emistichio dell’Inno a San Giovanni, scelto dal monaco Guido d’Arezzo per nominare le note musicali. La parola intera è appunto SOLVE.

Data la sua bellezza e la sua fondamentale importanza in Armonia Musicale, l’antica tradizione della Musica delle Sfere, attribuisce questa nota, il Sol, proprio al Sole! Quindi riproponiamo lo schema di sopra, arricchito di questo ultimo dato:

Leb = 32 = Cuore = Sole = 0°32’ = Quinta Musicale = Sol

Anche foneticamente la lingua (Sole come Sol) risponde al Numero e alla Fisica, perché quando si parla di intervalli musicali si parla di Fisica. Ma non abbiamo ancora finito! Questo fantastico numero possiede ancora altre proprietà: restando in ambito musicale, 32 è una potenza del 2, e questo numero, il 2, corrisponde al Diametro, e per analogia all’Ottava Musicale, per la quale, dividendo quello stesso ormai famoso Monocordo in due parti uguali, otteniamo lo stesso suono, ma di una ottava superiore (più acuto).

Ora, 32 corrisponde a 2 elevato alla quinta potenza, e questo dato lo pone in analogia numerica con il Quinto grado della Scala, ancora il Sol, la Dominante, e se il nostro riferimento di partenza, è un Do, come è necessario che sia, ecco che 32Hz corrispondono alla nota di Do, il Primo Grado, detto la Fondamentale. Ovviamente, se Do=1Hz, la successione esponenziale ci porterà a 2 elevato all’ottava potenza (8 è numero musicale per eccellenza) uguale 256Hz, il Do del pianoforte, dove da qui, il La “cadrà” necessariamente sui 432Hz, dove in questo caso, se vogliamo continuare a speculare, ritroviamo il 32 abbinato al Quaternario (432=4 e 32), che ci apre letteralmente delle autostrade congetturali – dal Quaternario Elementare alla Tetractys pitagoriana (1+2+3+4=10), eccetera… – ma a questo punto credo sia meglio soffermarci ad osservare la bellezza di questo Giuoco (come lo definì Hermann Hesse nel suo immenso “Il Giuoco delle perle di vetro”, il suo romanzo neoplatonico.

Il Cielo, la nostra Arte, ci regala queste preziose “perle”, a patto di “osservare”, perché l’osservazione è il principale strumento dell’Artista. Stiamo parlando di un’osservazione che non avviene per il solo sguardo, ma pure per l’udito, per il tatto o per qualsiasi sensorialità che ci permetta di porre le cose tra loro in relazione. Allora, con quelle dovute conoscenze che Avenezra (Ibn-Ezra) ebbe a definire Scienza Superna – la quale altro non è che la Scienza Ermetica delle Corrispondenze e delle Segnature alla quale ogni dottrina sottende e che prende le mosse dal Cielo – ecco che diviene possibile di decodificare qualsiasi arcano, di modo che la Lingua, rinnovandosi secondo la sua stessa grammatica, torni ad essere Lingua Viva.

Vediamo quindi come l’Arte delle Corrispondenze, possa divenire uno strumento essenziale anche in ambito interpretativo, aiutandoci a riconoscere, per mezzo di una sorta di matematica universale, le ragioni metafisiche che presiedono alla Materia, indirizzandoci di volta in volta verso il più corretto sentiero. Questi punti sono maggiormente approfonditi nel mio “Il canto segreto dell’Universo” (Psiche2 – Torino – 2022 – Nello Rubino da Panormo).

In conclusione, riguardo all’aspetto interpretativo di questa condizione, non tutti gli autori concordano. Per esempio, in epoca ellenistica, per Paolo Alessandrino: «Gli astri che son sotto i raggi […] sono assai deboli […] ad eccezione degli astri che son nel cuore. Diconsi essere nel cuore gli astri che si uniscono al sole entro l’intervallo di un grado, pur se fossero nel grado precedente o seguente. Nessuno degli antichi fa menzione di questa fase, noi nondimeno l’abbiamo assunta per certa avendola valutata per esperienza ed anche Tolomeo parla della fase sinodica tacendone la forza» (Paolo d’Alessandria – Introduzione all’Astrologia – a cura di Giuseppe Bezza Mimesis – Milano – 2000 – p. 40.

Mentre in epoca islamica, per Al-Biruni, il quale si riferisce a questa condizione chiamandola Shamim, questa si verificherebbe: «Se un pianeta è sul punto di perfezionare la sua congiunzione al sole entro una quantità di 16’ [minuti – NdR] o ha passato la congiunzione di una quantità minore di 16’ [minuti – NdR]»Al-Biruni – L’Arte dell’Astrologia – a cura di Giuseppe Bezza – Mimesis – Milano – 2005 – p. 105).

Quindi in definitiva, che ognuno scelga la sua. Noi ci accontentiamo della bellezza di questo gioco di perfette tessiture, che è la nostra Arte delle Corrispondenze, la quale, facendosi osservare ed ascoltare, ci mostra il Cosmo come la più magnifica delle partiture, nella quale ogni nota si relaziona all’altra, dando vita a quel perfetto Sigillo di Armonia, che custodisce al suo stesso interno la chiave per potersi svelare.