Enrique de Villena si distinse per il suo approccio eclettico e intellettuale, interessandosi di molte discipline, tra cui l’astronomia, l’alchimia, l’astrologia e la medicina. Una delle sue opere più celebri è la traduzione in spagnolo dell’Eneide di Virgilio, ma ciò che lo rese particolarmente famoso fu la sua reputazione di alchimista e astrologo. A causa del suo interesse per le scienze occulte e la magia, molti suoi contemporanei lo accusarono di praticare la stregoneria. Nonostante la sua erudizione e il suo contributo alla diffusione della scienza in Castiglia, la sua immagine pubblica fu offuscata dalle leggende che lo volevano impegnato in pratiche magiche. Dopo la sua morte, i suoi libri furono bruciati dall’Inquisizione, con l’accusa che contenessero formule e insegnamenti esoterici proibiti. Fortunatamente alcuni dei suoi trattati sono arrivati fino a noi, nonostante l’inquisizione, e oltre al Trattato di Astrologia (da cui ho tradotto il capitolo relativo all’introduzione sugli elementi) segnalo: Los doce trabajos de Hércules, un’opera allegorica in cui Villena utilizza i miti di Ercole per trattare temi filosofici e morali; Arte de ciencia geométrica, trattato sulla geometria, dimostrando la sua competenza in matematica e scienze; Tratado de la fascinación o de aojamiento, un’opera dedicata allo studio della magia e del malocchio, dimostrando il suo interesse per le pratiche esoteriche (opera che prossimamente tratterò con articoli di approfondimento).
DEGLI ELEMENTI IN GENERALE – di Enrique de Villena traduzione a cura di Francesco Faraoni
- A proposito di ciò, dovete sapere che nostro Signore Dio, all’inizio del mondo, creò una grande materia senza forma e senza figura; ed era di tale natura che poteva fare ciò che voleva.
- Questa materia i Greci la chiamarono yle. Da qui presero il nome gli elementi, poiché da essa furono tratti.
- È opportuno sapere che cosa è un elemento, del quale tratta Platone riportato dall’opinione di Alano nella Summa de philosophia, dicendo: «L’elemento è la parte più semplice e più piccola di qualsiasi corpo».
- Dichiarando questo, Alano dice: «L’alos è la parte più semplice, poiché l’elemento non ha varie qualità contrarie, ed è detto il più piccolo in termini di quantità e grandezza».
- E se si chiede quanti sono gli elementi, diciamo che sono quattro: fuoco, aria, acqua, terra.
- E se si chiede quale sia la loro sostanza, diciamo che la terra è secchezza e freddezza, l’acqua è freddezza e umidità, l’aria è umidità e calore, e il fuoco è calore e secchezza.
- E se qualcuno dice che questi elementi non esistono, diciamo che esistono nella composizione di qualsiasi corpo naturale degli animali, poiché è composto da questi quattro elementi.
- E se qualcuno argomentasse che, apparentemente secondo la filosofia, il fuoco è giallo, l’aria rossa, l’acqua verde, la terra nera, i quali possono essere visti in ciò che chiamiamo iris, allora ciò indicherebbe che questi sono gli elementi dei corpi degli animali e delle creature.
- A ciò diciamo che tali elementi non sono propriamente parlando semplici, ma sono elementi composti, come dice Platone: «La nobiltà e la ragione di Dio vollero che il mondo, il quale nacque da un grande potere, di grande sapienza e di buona e amorosa volontà, fosse composto di cose visibili, affinché fossero viste dagli uomini attraverso i colori e conosciute, e che potessero toccarle e sentirle, perché le cose che possono essere toccate e sentite sono di natura sensibile».
- E, dunque, Dio fece gli elementi composti, visibili in diverse qualità, dove la terra che vediamo, l’aria, il fuoco che sentiamo, ciascuno di essi è composto dai quattro elementi semplici.
- E perciò diciamo che ha quattro gradi che sono la secchezza dell’aria, l’umidità dell’acqua, il calore del fuoco.
- Per questo motivo bisogna notare che ognuno di questi elementi composti ha dieci gradi di composizione: la terra ha quattro gradi di secchezza, che è la sua essenza, e tre gradi di freddezza, che sono l’acqua, e due di umidità, che sono l’aria, e uno di calore, che è il fuoco (Terra = 4 Secchezza ; 3 Freddezza ; 2 Umidità ; 1 Calore ; nell’idea di questo autore, quindi, la Terra ha in sé tutti gli elementi e principi primi dove prevale però la secchezza come primo carattere, segue poi la freddezza).
- Anche l’acqua ha quattro gradi di freddezza, che è la sua essenza, e due di umidità, che è l’aria, e due di calore, che è il fuoco, e uno di secchezza, che è la terra (Acqua = 4 Freddezza ; 3 Umidità ; 2 Calore ; 1 Secchezza).
- Anche l’aria ha tre gradi di umidità, che è la sua essenza, e due di calore, che è il fuoco, e due di freddezza, che è l’acqua, e uno di secchezza, che è la terra.
- Anche il fuoco ha tre gradi di calore, che è la sua sostanza, e due di secchezza, che è la terra, e due di freddezza, che è l’acqua, e uno di umidità, che è l’aria.
- Questo è ciò che dicono Alano e Alberto Magno e il commentatore Even Ruiz.
- Ma qualcuno potrebbe dire il contrario: è certo che gli elementi si trasformano l’uno nell’altro, così come l’acqua (principio di freddezza) diventa terra (principio di secchezza), e la terra si trasforma in acqua, e l’acqua si trasforma in aria (principio di umidità), e l’aria in fuoco (principio di calore); dunque concludiamo che gli elementi si trasformano l’uno nell’altro secondo le loro proprietà naturali.
- E per questo diciamo che gli elementi semplici come ylle non sono trasformabili né dissolubili, perché essendo considerati la materia prima, gli elementi composti non sono trasformabili né dissolubili.
- Ma qualcuno potrebbe ancora dire contro di noi che vediamo tutto composto dai quattro elementi, e che tutto si trasforma in terra (…) A ciò diciamo che non solo si trasformano tali cose in terra, ma anche l’uno negli altri, come ognuno di loro in quello che li ha posti. Esempio: abbiamo detto che la terra ha quattro gradi di secchezza, i quali sono propri e sostanziali della terra e non saranno mai trasformati in un’altra cosa. Ma i tre gradi che sono di acqua si trasformano in acqua, e i due gradi di umidità che sono nella terra si trasformano in aria, e quello che è di fuoco si trasforma in fuoco; e così ogni cosa, secondo la quantità di essa che si risolve, è più o meno, nella misura in cui poco prende poco, e molto prende molto. E parlando di ciò, Aristotele dice: «Ogni cosa si risolve in ciò di cui era composta». Ed è qui che vanno gli alchimisti, che si sforzano di trasformare un metallo in un altro, ed è ciò che convertono o risolvono.
- E se qualcuno dice perché non ci sono più di quattro elementi, a ciò diciamo che nostro Signore pose il fuoco e la terra come fondamenta; e poiché la terra è solida e stabile e il fuoco è acuto, mobile e sottile, e tali opposti, Dio li volle avvicinare attraverso un qualche mezzo.
- E quindi, creò Dio due mezzi, ossia l’aria e l’acqua; poiché, se fosse stato creato solo un mezzo, il mezzo sarebbe stato diseguale, poiché più sarebbe stato di aiuto al fuoco che alla terra.
- Invece, se fosse stato creato l’aria come unico mezzo, sarebbe stato ugualmente diseguale, poiché più si sarebbe avvicinato alla terra che al fuoco.
- E, pertanto, fu necessario due mezzi, ossia aria e acqua: affinché fossero in equilibrio e non diseguali.
- E poiché gli opposti e gli elementi richiedono due mezzi, due da uno per ognuno, non possono essere meno di quattro elementi.
- Ma qualcuno potrebbe argomentare, dicendo: «Avete detto che nella terra ci sono dieci gradi, quattro sono un elemento e gli altri tre sono l’altro, e i due sono un altro, perché fanno quattro per congiunzione o mescolanza; e così quattro volte quattro sono sedici; poi ne risulta per questa ragione che ci sono più di quattro elementi».
- A ciò diciamo che voi dovete sapere due distinzioni: la prima, che molta differenza vi è tra congiunzione e mescolanza. Ecco perché dice Aristotele: la congiunzione degli opposti è quando due opposti sono uniti o accostati affinché quella parte di loro non risulti né una né l’altra. Esempio: se poniamo dell’acqua molto fredda al fuoco, poiché il calore del fuoco è ugualmente accostato al grande freddo dell’acqua, non risulterebbe né caldo né freddo, ma risulterebbe tiepido.
- Inoltre, dovete sapere che la congiunzione è quando due opposti si uniscono in uno, e così rimangono gli opposti come prima. Esempio: così come sono gli elementi che sono uniti nei loro gradi, ma non sono mescolati, e quindi sempre in tale congiunzione risulta che l’elemento dell’acqua e dell’aria sono uno degli altri.
- E quindi, dicono i filosofi che la mescolanza si trova nelle qualità e nelle congiunzioni degli elementi.
- E, infine, gli elementi sono materia e le loro qualità; quindi, quando si dice che la terra ha dieci gradi, intendendo che la terra che vediamo è composta per congiunzione dei quattro elementi e per mescolanza delle loro qualità.
- E se qualcuno dice perché ci sono dieci gradi e non di più o di meno, a questo diciamo che ciò è dovuto al fatto che la terra porta il nome di terra perché ha più gradi di terra, cioè dieci gradi di densità maggiore rispetto all’acqua, e l’acqua ha più gradi di densità rispetto all’aria, e l’aria ha più gradi di densità rispetto al fuoco.
- Così sembra che il fuoco sia meno denso di trenta gradi rispetto all’acqua, e che l’aria sia meno densa dell’acqua di venti gradi, e che il fuoco lo sia di dieci gradi rispetto all’aria.
- E bisogna ben intendere che ciò che è meno denso è più grande e più sottile.
- E così la terra è la parte più piccola e il fuoco la più grande, secondo ciò che è stato detto; la terra è il più piccolo di ogni cosa, perché la sua densità è la maggiore, e il fuoco è il più grande, perché la sua densità è la minore.
- Questa è la ragione per cui ci sono dieci gradi e non più o meno – ed è questa l’intenzione di Mosè riguardo ai Dieci Comandamenti.
- Ma qualcuno potrebbe ben dire la verità di tutto ciò che è stato detto, ma c’è una ragione per cui questa ordinanza è più riferita al numero dieci che a qualunque altro numero. A ciò diciamo che solo questo numero significa o rappresenta tutte le cose create e non create, e per questo non si tiene conto di altro numero.
- E così: come vedrete che in questo numero dieci, quattro numeri sommati danno dieci, e due sono pari e due sono dispari, vale a dire uno, tre, quattro e due, che sono dieci.
- L’uno dimostra l’eterna incomprensibile sostanza divina; nei tre si dimostra la Trinità, poiché comparando tre a uno si ha la proporzione triplice; inoltre, i due dimostrano le due nature, cioè quella angelica e celestiale; infine, i quattro dimostrano gli elementi, dai quali sono state prodotte tutte le altre cose.
- E poiché non ci sono più cose generalmente in natura che possano essere presentate all’intelletto, fu opportuno che tutto fosse ordinato secondo il numero dieci, senza esubero né mancanza.
- E pertanto, questa è la ragione per cui furono ordinati nel numero di dieci e non in nessun altro.
- E se qualcuno dice: poiché, secondo questo, possiamo sapere la rotondità e l’ampiezza della terra, e poi delle altre sfere; a ciò diciamo che si può ben sapere senza difetto, come successivamente dirò per ragione.
Il Concetto di YLE e la Teoria dell’ilomorfismo
Il termine greco hyle (ὕλη), traslitterato come yle, fa riferimento al concetto di “materia” o “sostanza primordiale” nelle filosofie antiche, in particolare quella aristotelica. Per Aristotele, hyle era la materia grezza, priva di forma, da cui derivano tutte le cose fisiche del mondo. Questo concetto è fondamentale nella teoria dell’ilomorfismo (hylomorphism), secondo cui ogni oggetto fisico è una combinazione di materia (hyle) e forma (morphē). In altre parole, la hyle rappresenta la potenzialità materiale, che, attraverso una forma data, diventa qualcosa di specifico. Aristotele utilizzava il termine hyle per spiegare la natura degli oggetti fisici: per esempio, un tavolo è fatto di legno (la materia), ma ha una forma specifica che lo rende un tavolo e non un altro oggetto. Questa concezione della materia non è separabile dalla forma, poiché la materia in sé è caotica e priva di caratteristiche definite fino a quando non acquisisce una struttura attraverso la forma. In ambito cosmologico, il termine hyle veniva associato alla “materia prima”, ossia quella sostanza primordiale da cui si credeva derivassero tutti gli elementi dell’universo. Questo concetto fu centrale anche nella filosofia alchemica e nelle teorie antiche sulla composizione dell’universo, dove si credeva che gli elementi (fuoco, aria, acqua e terra) si originassero da una materia prima comune, la hyle. L’uso che fa Villena di questo termine, può essere inteso o definito come “materia originaria” o base comune di tutti gli elementi, un concetto che ha profonde radici nella filosofia greca antica (filosofia naturale) e che viene successivamente ripreso e sviluppato anche in contesti medievali e alchemici.
La correzione di Bezza nel testo di de Villena
Giuseppe Bezza in DIMORE CELESTI di Xenia Editore, ragiona sugli elementi e i principi primi, proponendo poi la distribuzione dei principi primi (caldo freddo secco umido) nei quattro elementi secondo quanto indicato proprio da de Villena. La tabella riporta la nota 55 del capitolo 1 ovvero Tratado de Astrologia attribuito a Enrique de Villena edizione P.M. Catedra, intr. J. Sammso.
Il passaggio riferito a questo argomento è il seguente:
- la tierra tiene cuatro grados de sequedat, que es su esençia, e tres de frialdat, que son agua, e dos de humedat, que son aire, et uno de calentura, que es fuego.
- Esso mesmo agua, helemento compuesto, tiene cuatro grados de frialdat, que su esençia est, e tres de humedat, que es aire, e dos de sequedat, que es tierra, e uno de calentura, que es fuego.
- Otrosí, el aire tiene cuatro grados de humedat, que es su substancia, e tres de fuego e dos de agua, e uno de tierra.
- Esso mesmo el fuego tiene cuatro grados de calentura, que es su esençia, tres grados de tierra e dos grados de aire e uno de agua.
- Todo esto dize Alano e Alberto Magno e el comentator Even Ruiz…
Il testo da me consultato proviene dalla Biblioteca Antologica della letteratura ispanica, a cura del dott. Just S. Alarcòn (nato nella provincia di Málaga, Andalusia, Spagna. Ha studiato istruzione superiore in Spagna, Canada e Stati Uniti. Ha conseguito la laurea in Filosofia e Religione a Santiago de Compostela. Master in Sociologia presso L’Université Laval, Québec, Canada. Ha inoltre conseguito un secondo master in Letteratura spagnola, presso l’Arizona State University, e il dottorato in Letteratura ispanica presso l’Università dell’Arizona).
Bezza nella nota alla sua tabella dichiara di aver corretto la ripartizione dei principi per l’elemento terra, a suo giudizio perché il testo di de Villena riporta un – dice – “evidente errore“.
- BEZZA per il FUOCO propone: 4 caldo, 1 freddo, 2 umido, 3 secco
- DE VILLENA per il FUOCO propone: 4 caldo, 1 freddo, 2 umido, 3 secco
- BEZZA per la TERRA propone: 2 caldo, 3 freddo, 1 umido, 4 secco
- DE VILLENA per la TERRA propone: 1 caldo 3 freddo 2 umido 4 secco
- BEZZA per l’ARIA propone: 3 caldo 2 freddo 4 umido 1 secco
- DE VILLENA per l’ARIA propone: 3 caldo 2 freddo 4 umido 1 secco
- BEZZA per l’ACQUA propone: 1 caldo 4 freddo 3 umido 2 secco
- DE VILLENA per l’ACQUA propone: 1 caldo 4 freddo 3 umido 2 secco