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Guido Bonatti, Introduzione all’Astrologia. Recensione del manuale tradotto da Benjamin N. Dykes

L’intera opera di Guido Bonatti, relativamente al suo Liber Astronomiae, è stata tradotta in inglese da Benjamin N. Dykes (allievo di Zoller e dottore in Filosofia presso l’Università dell’Illinois, si dedica alla traduzione in lingua inglese di opere astrologiche antiche che traduce dall’arabo, dal greco, dal latino).

Bonatti on Basic Astrology

Il manuale Bonatti on Basic Astrology, Guido Bonatti’s Book of Astronomy Treatises 1-3: Theory, Signs, Planets, Configurations è il primo passo che lo studioso od appassionato di astrologia deve compiere per avvicinarsi alla complessa opera di Guido Bonatti, astrologo del XIII secolo nonché il più autorevole trattatista di astrologia del medioevo italiano. L’opera di Bonatti è completa e affronta l’intera dottrina astrologica, nelle sue diverse branche, con l’approccio tipico dell’Astrologia medievale. Quindi, l’opera di Bonatti è imprescindibile per chi è interessato, oggi, a riesplorare gli approcci e le metodologie dell’astrologia medievale.

Difesa dell’Astrologia

Bonatti apre la sua opera con una corposa trattazione sul significato di Astrologia e su cosa intende rappresentare il metodo astrologico. Evidentemente anche nei tempi di Bonatti era necessario difendere l’arte dell’astrologia che è stata sempre, per diverse motivazioni, soggetta a critiche inevitabili perché spesso le sue metodologie possono scontrarsi con questioni etiche, morali, religiose. La difesa che fa Bonatti è totalmente rivolta al ruolo dell’astronomia, definisce infatti il livello astronomico come punto di partenza dal quale l’astrologo ricava giudizi e interpretazioni.

Bonatti vuole dimostrare che un metodo basato sul calcolo astronomico, o che ricava le sue interpretazione dai dati del cielo che sono fatti matematici, non può che essere un metodo corretto, giusto, nobile, razionale, scientifico. Che questa scienza, quella dell’arte astrologica, non può arrivare a conclusioni definitive è un fatto noto già a Claudio Tolomeo e che anche Bonatti considera. Proprio la grande varietà dei moti del cielo e le grandi varietà naturali a cui la natura è soggetta nel nostro mondo, possono a volte rendere i giudizi finali non del tutto precisi, o non del tutto assoluti, quindi l’interpretazione è soggetta ad alcune variabili che il metodo astrologico per ora non può controllare o non può dominare. Tali variabili sono culturali, politiche, sociali, territoriali, quindi essendo la vita del singolo come del collettivo complessa e articolata da tante variabili, l’astrologia non potrà arrivare a determinazioni assolute ma piuttosto potrà descrivere inclinazioni, predisposizioni e modi di essere attraverso cui il soggetto esprimerà sé stesso in senso intellettuale, spirituale e nelle sue azioni ed opere.

Per Bonatti l’Astrologia è deterministica. Tuttavia, come ho riscontrato in numerose occasioni, l’idea che abbiamo di determinismo non è identica a quella degli astrologi antichi. Determinismo non è inteso dagli astrologi antichi come un evento di causa ed effetto inappellabile, ovvero una certa posizione del cielo determina il mio futuro o il mio destino, al quale non posso sottrarmi. Anche per Bonatti il determinismo è inteso come fatto naturale ovvero l’Astrologia intende studiare tutti quei fenomeni che agiranno sul nostro essere e collegati ai soliti principi primi di caldo freddo secco e umido. Tali principi che noi percepiamo in diverso modo (per esempio attraverso la luce e l’assenza di luce, oppure attraverso le stagioni, o le qualità stesse degli ambienti, e attraverso le disposizioni del cielo nel momento della nostra nascita) andranno a determinare le nostre pulsioni, o meglio identificheranno le qualità delle nostre inclinazioni. Insomma “determinismo” è, per intenderci, un fatto naturale che agisce naturalmente sul mio essere: come può essere una giornata caldissima e afosa, tale condizione è dovuta ad un fatto fisico ovvero determinabile e tale fenomeno agirà sul mio essere, sul mio sistema vitale e biologico. Questo è “determinismo” per l’Astrologia. Le definizioni che alcuni oggi danno non sono assolutamente in linea rispetto al pensiero che si aveva di determinismo in antichità, vedi anche la lunga trattazione che fa al riguardo Gersonide relativamente ai concetti di determinismo e finalismo.

Bonatti sottolinea l’importanza dei dati astronomici e di quanto è necessario suddividere i vari approcci identificando quelli “seri” che sono basati su dati matematici e celesti da cui si traggono giudizi finali, rispetto a quelli “meno seri” che sono spesso frutto di superstizioni e di ingerenze culturali non proprie all’astrologia (probabilmente Bonatti non era tanto favorevole a quella parte di astrologia che produceva talismani, o che usava la dottrina per questioni magiche).

Influenza araba in Bonatti

Pare evidente che Guido Bonatti sia influenzato dal mondo arabo, infatti nella realtà islamica l’astrologia è sezionata in diverse categorie:

  1. una categoria è la prosecuzione dell’astrologia tolemaica del Tetrabiblos, ed è basata su una sperimentazione geometrica-spaziale dell’astrologia ovvero è lo studio della matematica celeste e dei diversi fenomeni del cielo e di come essi possono essere poi congetturati e tradotti in interpretazioni attraverso le metodologie astrologiche;
  2. un’altra è sperimentazione psicologica, ovvero l’astrologia diventa uno strumento di interpretazione degli stati d’animo della persona e del perché arriva a compiere certe azioni, opere o perché arriva a pensare in un certo modo;
  3. negli approcci arabi l’astronomia è centrale, dobbiamo proprio a molti astronomi islamici certe scoperte anche matematiche, gli arabi non si sottraggono alla scienza, all’astronomia e alla matematica e si rendono conto quanto sia importante il cielo e le sue manifestazioni;
  4. a tal punto che in piena età medievale è ormai dimostrato come gli astrologi islamici di al-Andalus fossero profondamente legati ai dati astronomici a tal punto che ritenevano “giudizi veri” solo quelli derivanti dal livello siederale, ovvero dicevano di tenere conto del giudizio delle stelle e del giudizio siderale, a dimostrazione di quanto le qualità del cielo sono fondamentali. E per conoscere le qualità del cielo non possiamo fare altro che appellarci all’astronomia e alla matematica celeste;
  5. c’è però un certo corpus nella dottrina dell’astrologia araba in cui non confluisce sapere astronomico proprio, ma piuttosto confluenza di credenze, superstizioni, frutto di culture del tempo o della religione dominante. La magia è una realtà strisciante nell’astrologia araba, ma striscia in modo disorganizzato, confuso, con sincretismi a volte imbarazzanti dove vengono uniti santi e demoni di un pantheon o di un altro pantheon, con pratiche che sono a volte un po’ fuori dal mondo, e in questo marasma affascinante il problema più evidente è la disomogeneità dei contenuti; un manoscritto dice una cosa, prendi un altro manoscritto di un altro autore e ne dice un’altra, procedure, tecniche, non propriamente genetliache, ma che hanno lo scopo di esorcizzare il cielo e i suoi influssi. Qui ci troviamo in una forma di astrologia che ha lo scopo di proteggere la persona attraverso atti di esorcizzazione. Ma tale dottrina è in ogni autore APOLOGETICA ognuno cioè propone la sua idea, il suo approccio, le sue tecniche, secondo proprie intuizioni o secondo proprie convinzioni religiose e culturali. Bonatti rifiuta categoricamente questa parte di “astrologia”.

Per il mondo arabo, e anche per Bonatti, l’Astrologia e le sue osservazioni sono come la Medicina: ovvero il medico esamina il paziente cercando di intuire quale sarà lo svolgersi della malattia o il processo di guarigione e ripresa, allo stesso modo l’Astrologo scruta il cielo e la carta di nascita della persona e cerca di intuire come la vita dell’individuo proseguirà, con quali caratteristiche e quali tendenze. In entrambi i casi, Medicina e Astrologia, sono due scienze non empiriche, ovvero i cui metodi non sono riproducibili, ma sono basati sull’arte dell’intuizione e della deduzione secondo tuttavia una serie di dati fisici e reali, in entrambi i casi abbiamo forme di scienza non assoluta o certissima perché dotate di numerose variabili.

Cosa troviamo nel libro di Bonatti

Nel testo “Bonatti on Basic Astrology” tradotto in inglese da Benjamin N. Dykes, troviamo le prime questioni introduttive all’astrologia. L’autore fornisce una spiegazione sui segni zodiacali, sugli elementi e i principi primi, sulle case celesti e i loro significati, sulla natura delle varie componenti della sfera celeste e della sfera locale, risponde anche ad una domanda molto interessante ovvero perché i segni sono stati denominati nel modo che conosciamo, c’è poi una ricca descrizione sulla natura dei sette pianeti, lo studio della natura dei gradi, la definizione di alcuni termini propri dell’astrologia e definizioni di alcune elementari questioni astronomiche e sul loro valore poi in sede interpretativa.

Traduzione di un breve paragrafo dell’opera

A titolo dimostrativo, vi riporto un breve stralcio (che ho tradotto in italiano) relativo al concetto di case angolari, cadenti e succedenti, così come riportato da Bonatti e tradotto in inglese da Dykes nel suo manuale “Bonatti on Basic Astrology” pagina 94 “On the angles, cadents, and succedents”.

(…) Di tutte le metà e quarti … derivano le dodici case, di cui quattro sono chiamate angoli: la prima, la quarta, la settima e la decima casa. Queste quattro case sono le parti più forti e solide del cielo, e differiscono anche in forza tra loro. Infatti, la 1ª è più forte della 10ª (tranne che nelle dignità che riguardano la gloria secolare, come i regni, i ducati, le posizioni di autorità civile e simili, perché in queste la 10ª è preferita a tutte le altre), e la 10ª è più forte della 7ª, e la 7ª è più forte della 4ª.

La 2ª casa, la 5ª, l’8ª e l’11ª sono dette succedenti rispetto agli angoli, perché sono immediatamente vicine agli angoli e sono meno forti dei luoghi angolari (eccetto che l’11ª casa che è molto forte nelle questioni che riguardano la fortuna e per quelle questioni che si nutrono di speranze, perché è una casa di fortuna, di fiducia e di speranza …).

La 3ª casa, la 6ª, la 9ª e la 12ª sono chiamate case cadenti rispetto agli angoli. Sono case molto deboli e non promettono bene, né fermezza, né durata, né prolungamento di alcunché, se non che la 9ª casa è preferita nelle religioni e in esse è più gradevole di tutte le altre (e in quelle cose che riguardano le dignità clericali, come vescovati, abbazie, priorati e simili).

Per questo motivo, se un pianeta è il significatore di una questione e si trova in un angolo, promette bene e si dice che avrà successo. Ma se si trovasse in una posizione succedente o cadente, avrebbe meno successo che nell’angolo. Infatti, se si ritrova in una casa cadente rispetto all’angolo, si dice che il pianeta fallisce e che è debole e inutile – con l’eccezione di quanto vi ho detto a proposito della 9ª e dell’11ª. Ognuna di queste case ha un significato particolare nelle questioni e nelle condizioni degli uomini, come vi dirò in seguito. (…)

Conclusioni finali

Il manuale “Bonatti on basic astrology” tradotto da Dykes è un importante testo di introduzione all’Astrologia secondo i principi della tradizione, in particolare secondo l’esperienza dell’Astrologia medievale, e può essere un buon punto di partenza per assimilare definizioni coerenti nel rispetto della tradizione e della dottrina astrologica, attraverso la grande esperienza di Guido Bonatti. Il manuale è arricchito da numerose annotazioni del traduttore.

Dove trovare il manuale

Link del manuale QUI

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