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L’Ascendente Scorpione: la violenta replica di William Lilly contro l’Asino Gadbury

Veniamo alla parte più interessante. William Lilly in un Almanacco del 1673 dedica alcuni ragionamenti sul Segno Scorpione in Ascendente, definendolo segno di malvagità, furberia, viziosità, ira, malignità. Nel 1674 giunge la replica di Gadbury che vede nell’approfondimento di Lilly un attacco diretto alla sua persona. Successivamente alla replica di Gadbury, risponderà William Lilly con un durissimo attacco a Gadbury, replica che presenterò brevemente in questa occasione.

Gadbury dedica un trattato intero al Segno Scorpione in Ascendente proponendo molte natività di persone illustri che con tal ascendente hanno vissuto una vita di onori, riconoscimenti e di cose per nulla maligne. Gadbury accusa Lilly di dare indicazioni generaliste, non specifiche, afferma che sarebbe stato d’accordo con Lilly se unitamente all’Ascendente Scorpione avesse indicato altri significatori per determinare la malignità (come Ascendente Scorpione con Marte in relazione ostile all’Ascendente, oppure per la viziosità e l’oscenità Ascendente Scorpione con Venere-Saturno in opposizione). Insomma, ciò che Gadbury contesta è che il solo Segno Ascendente Scorpione non può essere preso a unica testimonianza capace di indicare nel nativo brutalità e malignità… e che la trattazione di Lilly è quindi superficiale.

Gadbury dà a Lilly del “folle” e dichiara che i suoi testi sono inutili. Accusa Lilly di inganno perché con le sue affermazioni non offre alcun servizio alla dottrina astrologica e lo accusa non tanto velatamente di indicare cose che sono al di sopra della Provvidenza Divina. Non a caso il trattato di Gadbury sullo Scorpione, Trattato contro William Lilly, ha un titolo molto eloquente…

  • Obsequium Rationabile
  • OPPURE
  • Un servizio ragionevole reso al Segno Celeste dello SCORPIONE
  • in XX geniture notevoli di quel glorioso, ma stigmatizzato Horoscopo
  • contro i tentativi maliziosi e falsi
  • di quel Grande (ma Fortunato) IMPOSTORE
  • il Signor William Lilly
  • di JOHN GADBURY, Studente di Medicina e Astrologia.

Gadbury aggiunge un sottotitolo, molto curioso: Dio, contrariamente alla Sua natura misericordiosa, non può essere così ingiusto da vincolarci inevitabilmente ai destini o alle influenze delle stelle. Sir W. R.: Se qualcuno crede che le anime e i corpi umani siano legati fatalmente alle stelle, come hanno detto i Pagani e i Priscillianisti, sia anatema. (Conc. Barac., cap. 9.)

Letteralmente, Gadbury evoca un Anatema contro William Lilly. Infatti, nel trattato Gadbury cerca di legare le indicazioni di Lilly sullo Scorpione in Ascendente a indicazioni che sono al di sopra della Provvidenza e di Dio, alludendo alla ipotesi che Lilly ritenga che il corpo umano sia effettivamente legato al destino del cielo, e che a tale destino nulla possa opporsi. Di fatto, una posizione simile sarebbe secondo Gadbury contraria agli ultimi Canoni del Concilio di Braga e alle questioni e regole teologiche e religiose che circolavano nei tempi di Gadbury e Lilly.

A questo trattato, (prefazione tradotta qui), non manca la risposta di William Lilly che in una breve replica al suo ex-allievo con parole dure e spietate, tra ironia, sarcasmo e delegittimazione, affronta il suo detrattore. Tra le righe si nota, insomma, una deriva nel loro rapporto ormai inconciliabile e irrecuperabile. La risposta di William Lilly arriva nel suo Opuscolo “Some further remarks upon Mr. Gadbury’s defence of Scorpio by way of addition, to a just reward for unreasonable service. Wherein not only Mr. Gadbury’s pretentions to astrology are dissipated; but even his title to learning and right reason (which by virtue of his horoscope he challenges) is shaken. By the Man in the Moon“.

Prima parte della replica di William Lilly

L’opuscolo di William Lilly, ricco di sarcasmo e pungente ironia, si configura come un attacco diretto alla figura e alle teorie di John Gadbury. Nelle prime sezioni analizzate, Lilly utilizza un tono satirico per smontare la difesa del segno zodiacale dello Scorpione fatta da Gadbury, evidenziando incoerenze, errori e presunte carenze intellettuali. Lilly accusa Gadbury di essere un impostore, privo di una vera comprensione delle lingue classiche e della filosofia astrologica. Lo prende in giro per il suo uso maldestro del latino, sottolineando errori gravi come l’invenzione di termini inesistenti (feritare) e l’uso improprio di parole (natum) nei suoi scritti. Accusa Gadbury di manipolare le fonti, omettendo deliberatamente passaggi che descrivono il segno in termini negativi. Per esempio, cita Haly, che descrive lo Scorpione come “umile”, ma Gadbury tralascia che lo stesso Haly lo definisce anche “ingannatore”.

Lilly non si limita a criticare le idee astrologiche di Gadbury, ma ne mette in discussione anche l’etica e la moralità. Lo accusa di essere arrogante e presuntuoso, paragonandolo a un uomo che presume che tutti siano ignoranti quanto lui. Lilly lo deride per le sue goffe difese filosofiche e per i suoi tentativi di mascherare la propria ignoranza con un linguaggio pomposo e complesso. Il tono dell’intero testo è volutamente sarcastico e teatrale. Lilly ironizza sull’aneddoto di Campanella, che assumeva una postura contorta per scrivere a un cardinale gobbo, suggerendo che Gadbury avrebbe dovuto adottare una simile teatralità per entrare nei panni dei suoi interlocutori. Questa derisione culmina con Lilly che promette, ironicamente, di trasformarsi in un “porco del gregge di Epicuro” e di immaginare di avere lo Scorpione come ascendente per riuscire a comprendere la mentalità di Gadbury.

Dettagli

Ma vorrei indicare alcuni passaggi precisi indicati da William Lilly, dove l’autore propone fonti e autori precedenti a suffragio della legittimità di indicare l’Ascendente Scorpione come segno di malvagità e brutalità. Scrive Lilly (tra parentesi quadre […] eventuali mie annotazioni, ho riportato i passaggi più curiosi e la traduzione in italiano è stata da me curata):

  • Per dimostrare la sua ignoranza [dice Lilly contro Gadbury] in modo inequivocabile, gli consiglio di leggere Cardano, Aforisma 55, Sezione 2, dove troverà: Compositos et pulchros Aries facit, Scorpius mendaces (“L’Ariete rende le persone equilibrate e belle, lo Scorpione bugiarde”). Ecco una citazione per lui.
  • Ancora, Aforisma 166, Sezione 5: Aquea signa faciunt proditores atque in his Scorpius excellit (“I segni d’acqua producono traditori, e tra questi lo Scorpione eccelle”). Ecco un’altra testimonianza.
  • Non mi soffermo su Aforisma 140, Sezione 2: Mercurius maxime hebetatur in signis humidis, sed in Scorpione facit maleficum (“Mercurio è fortemente indebolito nei segni umidi, ma in Scorpione diventa malefico”).
  • Né avrei avuto nulla da obiettare se avesse omesso Scorpius solicitudinem animi (intellige denotat) et deceptionem (“Lo Scorpione indica preoccupazione mentale e inganno”), perché in questo Morin viene in mio aiuto.
  • In Astronomia Gallica, pagina 462, Morin scrive: Quibus ascendit Scorpio hi sicut timidiores, prudentiores, ad dissimulandum aptiores, & clam insidias iram suam explevit ultionibus (“Coloro che hanno lo Scorpione all’Ascendente sono più timidi, prudenti, abili nel dissimulare, e, in segreto, sfogano la loro rabbia attraverso la vendetta”). Qui troviamo ipocrisia, tradimento, vendetta e ira. E cosa potrebbe trattenere un ipocrita arrabbiato e traditore, intento a cercare vendetta
  • Ma Morin non si ferma qui. A pagina 504, discutendo se i corpi celesti siano cause universali, scrive: At prout effectui, hoc est, homini vel equo genito particulares confert qualitates, quas nec homo, nec equus conferunt quod nempe sint a propria signi influentia, ut maligni mores a Scorpione in ascendente (“Ma, in relazione agli effetti, cioè alle qualità particolari conferite a un uomo o a un cavallo nato, che né l’uomo né il cavallo conferiscono, derivano dall’influenza del segno, come i caratteri maligni dello Scorpione all’Ascendente”).
  • Per comprendere appieno la questione trattata da Morin, si consulti il Capitolo 6 del Libro 21.
  • Quanto ho riportato qui è sufficiente per dimostrare che il Signor G. [Lilly nell’opuscolo spesso identifica Gadbury con una G puntata] è un presuntuoso ignorante.
  • Haly, eminente astrologo arabo, definisce lo Scorpione un segno umile e depresso. Ma come, signor Haly? Uno Scorpione umile e depresso, e allo stesso tempo colpevole di spergiuro e menzogna? Sì, signor G., Haly lo descrive così e, contemporaneamente, lo definisce anche “ingannatore”.
  • Ma, da vero Scorpione, tu ti prendi la libertà di omettere questa parte. Basandoti su quanto detto da Haly, cerchi di dimostrare che lo Scorpione è un segno obbediente, e che l’obbedienza è una qualità passiva. Poi citi Johannes Angelus e Firmico per sostenere che lo Scorpione denota persone “iracunde e agili”.
  • Ma come possano coesistere umiltà e iracondia, proprio non lo capisco.
  • Non c’era bisogno che il nostro autore elencasse un cumulo di aforismi per dimostrare che l’influenza di Marte è distruttiva e perniciosa, dato che ciò è noto.
  • Né posso accettare che, poiché Marte è un pianeta malevolo, lo Scorpione debba automaticamente essere innocente.
  • Inoltre, il fatto che gli autori citati condannino i “fervori” di Marte non significa che assolvano lo Scorpione da ogni intemperanza.
  • Non mi interessa se lo Scorpione, come domicilio di Marte o per qualche qualità innata, infligga tali vizi al nativo; tuttavia, sappiamo che Marte in Ariete produce certi effetti, e in Scorpione ne produce altri.
  • Basti dire che, per quanto affermato dal nostro amico John, gli Scorpioni potrebbero essere tanto spregevoli quanto sospettiamo che siano, a giudicare da lui e da alcuni altri.
  • Guido Bonatti  ha osservato, come me, che gli Scorpioni sono grandi bugiardi.
  • Egli dice infatti che una persona nata sotto il segno dello Scorpione sarà una in cujus ore vix aut nunquam invenietur veritas (“nella cui bocca raramente o mai si troverà la verità”).
  • Non posso fare a meno di ridere di quell’alto esempio di filosofia sperimentale, tanto celebrato da John, ovvero il racconto di Campanella che assumeva una postura contorta mentre scriveva a un cardinale gobbo.
  • Campanella avrebbe dovuto indossare anche le vesti cardinalizie e imitare in tutto la funzione del cardinale, e forse allora la sua immaginazione avrebbe avuto lo stesso effetto che se avesse scritto nella sua posizione naturale.
  • Ho deciso che, se mai dovessi avere bisogno del signor G., mi metterò (per quanto possibile) nella forma di un maiale, rappresentando un porco del gregge di Epicuro.
  • Immaginerò persino che lo Scorpione sia il mio ascendente, prenderò in mano la penna e cercherò di adattarmi al suo umore nel trattare l’argomento.
  • Il nostro accurato astrologo [si riferisce a Gadbury], come un goffo insensibile, attacca di nuovo Lilly per essersi contraddetto, ma insistere su questo punto è inutile. Solo, lasciatemi chiedere: cosa intende dimostrare con la produzione delle sue venti geniture? Alla fine, cosa prova? Nulla, se non che lui stesso è un asino.

Prossimamente, una analisi sulla natività di Gadbury e di Lilly dove cercheremo di osservare le compatibilità o meno celesti.

Fonti consultate
Le opere citate, consultate in versioni digitalizzate.