A cura di Marco Lorenzon – Il cielo è uno scenario che ci propone, attraverso il movimento di tutti i suoi astri, un’infinità di cicli, quasi fosse un grande orologio con un numero incalcolabile di lancette. Nel corso di millenni di osservazioni gli astronomi-astrologi hanno riconosciuto un certo numero di correlazioni tra una piccola parte di questi cicli celesti e i mutamenti che costantemente coinvolgono il mondo sublunare, cioè la nostra Terra con la sua atmosfera.
All’interno di tutti i cicli è possibile individuare alcuni momenti significativi, o di svolta, che diventano l’oggetto dell’attenzione particolare dell’astrologo: il passaggio di un pianeta da un segno al successivo, il suo attraversare la linea dell’orizzonte o del meridiano locale, il formare angoli significativi con un altro astro, etc. In questo articolo ho messo in evidenza le fasi principali di un ciclo poco conosciuto al di fuori del circolo degli studiosi dell’astrologia antica, quello che riguarda le stelle fisse.
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Le fasi della Luna sono un fenomeno conosciuto da tutti, non è necessario occuparsi di astrologia e nemmeno essere degli astrofili per riconoscerle persino a colpo d’occhio. Si tratta di un fenomeno molto evidente che consiste sostanzialmente in una variazione della luminosità del nostro satellite.
Nel suo moto di rivoluzione attorno alla Terra, dalla nostra prospettiva la Luna muta costantemente la sua posizione rispetto al Sole e perciò ne risulta illuminata in maniera differente. Quando dal punto di vista prospettico è molto vicina al Sole, essa rimane invisibile: la parte illuminata in questa fase è la sua faccia nascosta, quella rivolta al Sole e non alla Terra. Siamo nei giorni della Luna nuova.
In passato però di solito si chiamava Luna nuova la prima apparizione del falcetto lunare dopo il periodo di invisibilità: in molte culture questo momento dava inizio al nuovo mese.
Di qui in avanti la luce della Luna va via via aumentando fino a raggiungere il massimo nel Plenilunio, quando la signora della notte raggiunge il diametro rispetto al Sole: sorge mentre quello tramonta, per culminare poi verso mezzanotte.
Inizia in seguito la fase di luminosità calante, che si conclude con un giorno in cui essa risulta visibile per l’ultima volta come sottile falcetto. Dopo questo momento scompare per qualche giorno, per poi dare inizio ad un nuovo ciclo.
Fasi eliache planetarie
Come la Luna anche i cinque astri erranti, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, non sono dotati di luce propria e sono a noi visibili solo in quanto illuminati dal Sole. Di conseguenza succede per essi un fenomeno analogo a quello delle fasi lunari: passano per una fase di invisibilità quando sono troppo vicini al Sole; ritornano visibili una volta raggiunta una distanza sufficiente dalla stella; crescono in luminosità fino al massimo della distanza dal Sole che la loro orbita consente; decrescono poi fino ad un ultimo giorno in cui sono distinguibili nel cielo; infine ritornano ad essere invisibili.
A differenza di quanto avviene per la Luna, le fasi eliache dei pianeti non sono caratterizzate dalle le tipiche forme che contraddistinguono le fasi lunari: il falcetto, il mezzo disco, il disco completo etc., ma con l’attrezzatura opportuna è possibile osservarle anche nei pianeti.
Ogni astro errante inoltre è contraddistinto da un suo ciclo luminoso, che dipende dal suo periodo di rivoluzione attorno al Sole e dal fatto che si tratti di un pianeta interno (Mercurio e Venere) oppure esterno (Marte, Giove e Saturno). Caratteristiche dei pianeti inoltre sono le stazioni e retrogradazioni, ma queste sono fasi che riguardano soprattutto il moto apparente piuttosto che la luminosità.
Alcune caratteristiche delle stelle fisse
La luce delle stelle, contrariamente a quanto accade per Luna e pianeti, non è un riflesso di quella solare e di conseguenza non è soggetta al crescere e calare allo stesso modo di quelli.
Un’altra differenza che distingue le stelle dagli astri erranti è che esse non sembrano dotate ciascuna di un moto proprio: ci appaiono invece muoversi tutte compattamente, ripetendo ogni giorno la medesima traiettoria circolare o semi-circolare nel cielo. Per questo motivo sono dette fisse o inerranti (oggi in effetti sappiamo che anche le stelle fisse mutano le proprie posizioni reciproche, tuttavia il loro movimento è talmente lento da risultare irrilevante nell’ottica umana).
Tutte insieme inoltre compiono anche un altro e più lento movimento, quello che le porta ad avanzare costantemente lungo lo zodiaco dei segni tropici spostandosi più o meno di 1° ogni 72 anni (perciò un giro completo dura circa 26 mila anni). Si tratta naturalmente dello stesso fenomeno chiamato “precessione degli equinozi”, che porta lo 0° Ariete, punto legato all’equinozio di primavera, ad arretrare di 1° ogni 72 anni rispetto alle stelle fisse. Questo moto è stato calcolato per la prima volta da Ipparco di Nicea nel II secolo a.C. ma pare improbabile che non fosse già stato perlomeno notato in tempi anteriori.
Ad ogni modo, ciò che ora ci interessa è il fatto che, similmente alla Luna e ai pianeti, anche la visibilità delle stelle fisse è soggetta ad un ciclo e perciò ad attraversare delle particolari fasi. Dal momento che però splendono di luce propria non si tratterà qui tanto del crescere o calare della loro luce, quanto semplicemente del loro apparire e scomparire, nonché delle reciproche configurazioni tra stella, Sole ed orizzonte locale.
Prima di procedere con la descrizione delle principali fasi delle stelle fisse sarà utile dire quale sia lo scopo pratico di conoscere questi fenomeni e le date in cui avvengono, anche se è facilmente intuibile.
Ci guida nuovamente il parallelo con la Luna ed i pianeti: le fasi in fondo non sono altro che dei momenti critici del ciclo attraversato dal corpo celeste in questione e di conseguenza segnano giornate in cui l’astro risulta in particolare rilievo nel cielo. In concreto ciò si traduce dal punto di vista quantitativo in una sua maggior forza o “influenza” (per semplicità potremmo assimilare la fase di una stella ad una congiunzione/configurazione con il Sole), mentre da quello qualitativo il tipo di fase potrebbe suggerire alcuni significati piuttosto che altri.
Le fasi delle stelle
Come vedremo l’ordine in cui avvengono le principali fasi che le stelle attraversano non è il medesimo per tutte e ciò dipende dalla conformazione e moto della sfera celeste. Esiste però una sequenza che possiamo considerare tipica o ideale, ed è quella che riguarda le stelle vicine all’eclittica. Per descrivere ogni fase, nelle prossime righe mi atterrò a questa sequenza ideale, mentre in un secondo momento vedremo le varianti principali.
Levata Eliaca (LE): questa importantissima fase indica il momento in cui una stella brilla nel cielo orientale molto bassa sull’orizzonte poco prima dell’alba. Dopo un periodo di invisibilità accade che un giorno la stella può finalmente tornare ad essere osservata mentre sorge, anche se rimane visibile per pochi minuti perché la luce solare in aumento va rapidamente ad occultarla. Metaforicamente si tratta della “nascita” della stella, o meglio del suo riemergere dalla dimensione sotterranea, una sorta di resurrezione quindi.
In quest’immagine, presa da Understanding – Fundamental concepts – Rising and setting of stars , vediamo una rappresentazione della Levata Eliaca (orizzonte orientale) e del Primo Tramonto Eliaco Mattutino (a occidente).
A partire da questo momento la stella sorgerà all’orizzonte ogni giorno più presto e perciò rimarrà visibile per un arco di tempo via via maggiore prima che spunti il Sole. Verrà però il momento in cui sarà possibile osservarla spuntare all’orizzonte per l’ultima volta, perché a partire dal giorno successivo essa si leverà quando il Sole sarà appena tramontato ed il cielo ancora troppo chiaro.
Questa fase è chiamata Ultimo Sorgere Eliaco Vespertino (USEV) e metaforicamente può essere vista come una sorta di “disincarnazione” o “ascensione” della stella, che di qui in avanti perde simbolicamente il suo contatto con la terra in quanto non risulterà più visibile mentre sorge, e nemmeno ancora mentre tramonta.
Durante questo periodo la stella si trova in una condizione che la assimila in parte a quella delle stelle circumpolari, ovvero quegli astri che per la loro vicinanza all’asse di rotazione segnato dalla Polare, compiono i loro circoli senza mai abbassarsi fino a toccare l’orizzonte locale. Le circumpolari si muovono meno delle altre stelle, i cerchi che tracciano nel cielo sono più piccoli e rimangono alti, perciò esse danno l’idea di partecipare maggiormente alla dimensione dell’eternità e dell’immobilità proprie del Centro.
In questo frangente avviene che la stella ed il Sole si trovino al diametro rispetto allo zodiaco e perciò attraversino l’orizzonte contemporaneamente ma in direzione opposta: la stella (invisibile) tramonta mentre il Sole sorge e viceversa. Siamo quindi alle fasi di Tramonto acronico (TA) e Levata acronica (LA). Qui la stella è visibile durante l’intera notte: all’imbrunire essa si è già levata e all’arrivo dell’aurora essa non è ancora tramontata.
Dopo alcuni giorni l’avanzamento apparente del Sole sull’eclittica però fa sì che la stella tramonti prima che avvenga l’alba e perciò torni ad essere visibile mentre tocca l’orizzonte locale. Questa fase si chiama allora Primo Tramonto Eliaco Mattutino (PTEM) e metaforicamente si può collegare all’idea di “incarnazione” o “ritorno/discesa sulla terra”.
Se il primo tramonto visibile avviene al mattino poco prima dell’alba, col passare dei giorni la stella scomparirà all’orizzonte occidentale sempre più presto nella notte, fino a farlo già la sera, poco dopo il tramonto del Sole. Ciò significa anche che il tragitto notturno (e quindi visibile) della stella sopra l’orizzonte, diviene via via sempre più breve, fino a quando essa farà in tempo per mostrarsi un’ultima volta proprio nell’atto di tramontare. È la fase del cosiddetto Tramonto Eliaco (TE), che rappresenta simbolicamente il momento in cui la stella scende nel mondo sotterraneo, una dimensione nascosta e misteriosa che evoca i concetti di “morte” e “viaggio nell’oltretomba”.
(qui possiamo vedere le condizioni per il Tramonto Cosmico e la Levata Acronica).
Dopo questo ultimo tramonto la stella attraversa un periodo più o meno lungo in cui non sarà più visibile di notte. Ciò avviene a causa della sua vicinanza prospettica con il Sole, che la nasconde sotto il manto dei suoi raggi. Tuttavia, anche se invisibile, in questo periodo essa compie un altro atto importante: tocca l’orizzonte contemporaneamente al luminare. Sole e stella si troveranno quindi a tramontare insieme e a sorgere insieme, unione simbolica che fa pensare ad un “concepimento”, il momento in cui è posto il seme che germoglierà con la successiva Levata Eliaca. Il nome di queste ultime due fasi è Tramonto Cosmico (TC) e Sorgere Cosmico (SC).
Tutte queste fasi, dipendendo dal movimento apparente del Sole attorno alla Terra, si ripetono con regolarità ogni anno e perciò è possibile stilarne un calendario preciso. A differenza di un normale calendario però, quello segnato da questi cicli stellari non è identico per tutti i luoghi della Terra: il momento esatto di queste fasi, specie quando si parla di stelle distanti dall’eclittica, risente infatti della latitudine del luogo in quanto dipende strettamente dall’orizzonte locale.
Ottimo supporto per verificare le date delle principali fasi di un buon numero di stelle è l’Almanacco astronomico per astrologi compilato ogni anno da G. Ufficiale e scaricabile gratuitamente dal web (Almugea – Accademia di Astrologia Classica con Certificazione CIDA).
In un successivo articolo vedremo alcune particolarità legate al ciclo delle stelle che possiedono una declinazione significativa e magari daremo anche qualche indicazione di tipo più pratico.
Per approfondire
- C. Tolemeo, Apparizioni delle stelle inerranti e raccolta di indicazioni sui mutamenti del tempo, a cura di Lucia Bellizia, Insedicesimo 2017 (soprattutto i ricchi capitoli esplicativi ad opera della curatrice).
- B. Brady, Star and Planet Combinations, The Wessex Astrologer 2008.
- G. Albano, Astrologia stellare avanzata, 2020 (ma anche altri tra cui diversi volumi della collana Matrix stellare).
- G. Ufficiale, F. Corrias, Sfere, 2016 (in particolare il volume II, appendice B).
A CURA DI MARCO LORENZON – Con un background di studi filosofici e programmazione neuro-linguistica, è ricercatore nell’ambito dell’astrologia umanistica e tradizionale con particolare interesse per lo studio delle stelle fisse e del sistema siderale. Sito Web Personale (Link)