Quando si parla di astrologia si fa spesso una gran confusione parlando indistintamente di segni e costellazioni zodiacali, argomento su cui fanno spesso leva i detrattori della nostra materia. Non tutti in effetti sanno che le costellazioni dello zodiaco non si identificano con i segni, ed è a questi ultimi che si fa ampio riferimento negli oroscopi e nei testi divulgativi di astrologia. Per fare un esempio di ciò in armonia con la stagione in corso, nelle righe seguenti faremo conoscenza con la costellazione del Leone e vedremo che relazioni abbia oggi con l’omonimo segno zodiacale.
A cura di MARCO LORENZON
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ToggleStelle o stagioni?
A differenza delle costellazioni i segni non sono legati a certe stelle in particolare, bensì sono una realtà strettamente connessa al ciclo naturale delle stagioni, perciò alla posizione reciproca di Sole e Terra.
In questi giorni, mentre si avvicina Ferragosto, ci troviamo nella stagione del Leone, ovvero nel cuore dell’estate. Se però potessimo osservare lo sfondo stellare su cui si sta muovendo il Sole non troveremmo la costellazione del Leone bensì le stelle del Cancro. Ciò significa che l’astrologia sia sbagliata e che ora saremmo nella stagione del Cancro anziché in quella del Leone? Oppure che le stelle e costellazioni reali non abbiano alcuna rilevanza in astrologia? Nessuna delle due cose. Segni e costellazioni sono due realtà di natura diversa anche se legate da un nesso di tipo simbolico.
Questa differenza era nota fin dall’antichità e per rendercene conto basterà osservare le qualità che Tolomeo attribuì alle stelle del Leone (riportate poco più giù in questo articolo) che corrispondono poco alla natura prevalentemente solare del segno che porta lo stesso nome.

Il Leone nel mito
In questo gruppo di stelle già i Babilonesi videro la figura di un Leone, che si estendeva per essi molto di più di quanto consideriamo noi oggi. E così pure gli Arabi, ancor prima di entrare in contatto con la cultura greca. Entrambi i popoli inoltre associavano la stella più luminosa di questa costellazione al concetto di regalità.
Presso i Greci, almeno secondo la narrazione di Eratostene, il Leone sarebbe stato posto nel cielo in quanto re di tutti i quadrupedi. Un’altra e forse più nota storia associa invece questa costellazione alla prima delle fatiche di Ercole, quando l’eroe dovette affrontare a mani nude la fiera a Nemea. Ercole sconfigge il leone strappandogli la pelle con i suoi stessi artigli, e per questo motivo spesso sarà ritratto con la pelle della belva come mantello e la testa con le fauci spalancate posta a mo’ di copricapo. Alla fine della vicenda sarà Zeus a trasformare il leone in una costellazione.
Anche nella cultura greca quindi la costellazione del Leone è collegata al significato di regalità, ma anche all’idea di vittoria sulla dimensione istintiva ed animalesca.
La stella più luminosa: α Leonis
La costellazione, o immagine stellata, del Leone è piuttosto ampia e ben riconoscibile, e si può osservare agevolmente soprattutto nel cielo invernale e primaverile. Sono molto caratteristiche soprattutto le stelle della parte anteriore della figura, che rassomigliano vagamente a un punto interrogativo rovesciato o ad un uncino.
Di esse la più brillante e significativa è senz’altro Regulus, la più meridionale, che rappresenta il petto o meglio il cuore del Leone. Oltre che nella sua luminosità la sua importanza risiede nel fatto che si trova proprio sul percorso del Sole (Eclittica) che infatti la incontra ogni anno verso il 23 agosto, ovvero proprio nel passaggio dal segno del Leone a quello della Vergine. I nati in quei precisi giorni possono quindi usufruire della protezione di questa importante stella di qualità regale, cui la tradizione astrologica ha attribuito una natura affine a quella dei pianeti Giove e Marte uniti. Data la sua brillantezza e natura planetaria l’astro ci parla di leadership, di animo nobile e virile, di successo. Regulus come vedremo è anche l’unica stella della costellazione che per i suoi significati richiami in qualche modo il segno zodiacale del Leone.
Le altre stelle del Leone
Delle altre stelle nella parte anteriore, ovvero Algenubi, Rasalas, Adhafera, Algieba e Al Jabbah, sappiamo che possiedono una natura di base saturnina, perciò in generale più dura e potenzialmente problematica, e possiamo riflettere sul fatto che la testa del Leone è senz’altro una delle parti più pericolose di questo animale assieme alle zampe. Tra questi astri il più luminoso è Algieba, sul collo dell’immagine, affine negli affetti a Saturno e in parte a Mercurio.
Passando alla parte posteriore della costellazione le stelle più significative sono quelle sui lombi e nella coda ovvero Zosma e Denebola. Curiosamente, dal momento che è in questa zona del corpo che si collocano i genitali, fa qui la sua comparsa anche il pianeta Venere (sempre assieme a Saturno) a descrivere la natura planetaria di questi astri, mentre nelle stelle minori che stanno sulla coscia Venere è associata a Mercurio.
Posizione rispetto allo zodiaco tropico e fasi eliache
Il lento movimento di traslazione che coinvolge le stelle fisse rispetto all’Eclittica (chiamato precessione degli equinozi) le fa avanzare di 1° ogni 72 anni circa, e per ciò oggi soltanto gli astri nella testa e criniera del Leone cadono nei confini anche del segno del Leone. E più precisamente si collocano tutti nell’ultimo decano del segno.
Tutte le altre stelle compresa Regulus, che si trova ormai a 0°10’ della Vergine, rientrano nel segno successivo e ne coprono i primi due decani. Denebola, che sta nella coda dell’immagine stellata, cade addirittura all’inizio del terzo, a 21°57’ Vergine.
La tradizione astrologica ci insegna che le stelle fisse possono essere attivate in un cielo di nascita (così come in una carta mondiale o di evento) qualora un pianeta importante transiti in corrispondenza di una di esse, oppure quando si trovino congiunte a uno dei quattro angoli – soprattutto l’Ascendente e il Medio Cielo. Ma la stessa tradizione riferisce che risultano importanti anche quando la nascita o l’evento intercettano i giorni in cui una stella compie una delle sue “fasi”, ovvero quando essa si trova in un particolare rapporto con il Sole e l’orizzonte di un dato luogo.
Prendendo a riferimento le due stelle più luminose della costellazione del Leone, che sono Regulus e Denebola, vediamo che le principali fasi si svolgono in un arco di tempo che va dalla fine di luglio alla metà di ottobre.
I giorni di Regulus e quelli di Denebola
È Regulus a inaugurare le danze compiendo il Tramonto eliaco tra il 20 e il 28 luglio a seconda della latitudine geografica della città italiana che vogliamo considerare. In queste date α Leonis si mostra per l’ultima volta nel cielo occidentale prima di venire oscurata per oltre un mese dalla luce solare. Tra il 23 e il 24 agosto invece la stella si trova, ancora invisibile, a toccare l’orizzonte contemporaneamente al Sole: siamo al Sorgere cosmico e Tramonto cosmico. Infine il ritorno alla visibilità avviene con la Levata eliaca, che occorre verso il 5-6 settembre.
Per quanto riguarda Denebola invece, la sua ultima apparizione (Tramonto eliaco) cade verso l’8 settembre. Subito dopo, tra il 9 e l’11, la stella si trova all’Ascendente insieme al Sole (Sorgere cosmico). La Levata eliaca invece si compie il 24-25 settembre, mentre per il Tramonto cosmico (stella e Sole insieme al Discendente) bisogna aspettare il mese di ottobre, tra l’8 e il 17 a seconda della località.