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Liber Lunae di Michele Scoto, traduzione di Margherita Fiorello

In una recente traduzione, curata da Margherita Fiorello, รจ apparsa alla mia attenzione la descrizione che Michele Scoto fa delle Dimore Lunari. Ci stiamo riferendo al Liber Imaginum Lunae, scritto nel tredicesimo secolo e attribuito a Belenus, discepolo di Ermete, esiste fondamentalmente in due versioni tra cui quella curata da Michele Scoto. L’edizione curata da Margherita Fiorello รจ bilingue, in italiano e inglese.ย Scoto descrive gli usi elettivi delle dimore, ma fornisce anche dettagli astronomici sulle stelle fiduciarie di ciascuna dimora, offrendo una versione completa dellโ€™opera. Il volume รจ arricchito dal capitolo di Aben Ragel, una delle possibili fonti di Scoto, che tratta anchโ€™esso delle dimore lunari. Possiamo definire il Liber Lunae come testo ermetico, che nella rilettura di Michele Scoto assume una forte connotazione astrologica e pratica: incontreremo per ogni dimora attribuzioni di nature planetarie, come anche le attivitร  consigliate o sconsigliate.

Come affronta le dimore lunari Michele Scoto?

Scoto, pur non riportando le longitudini zodiacali, probabilmente utilizza il sistema tropicale: nel testo troviamo lโ€™espressione “mansio signorum”, un chiaro riferimento ai segni zodiacali. Nelle dimore lunari di tradizione araba, si รจ fuso lโ€™approccio siderale dei beduini con il sistema tropicale dello zodiaco, senza che venisse percepita la discrepanza tra la posizione delle stelle e quella dello zodiaco. Per gli autori medievali, questa distinzione non rappresentava un problema rilevante: alcuni aggiornavano esplicitamente le posizioni, altri tacevano sulla questione, semplicemente perchรฉ non ritenevano necessario affrontarla. Ibn al-Hatim, ad esempio, non fornisce alcun aggiornamento delle longitudini, seguendo lo stesso approccio di Scoto. Il Liber Lunae non รจ un testo astrologico in origine, ma un testo magico. Tradizionalmente attribuito a una delle incarnazioni di Ermete, viene trasformato da Michele Scoto in unโ€™opera astrologica, arricchita con dettagli tecnici e riferimenti alla pratica astrologica. Infine non sappiamo con certezza come questi testi venissero effettivamente utilizzati nella pratica. Trattandosi di opere considerate proibite โ€“ e il Liber Lunae rientra tra queste โ€“ non disponiamo di esempi concreti che possano chiarire il loro impiego, ma la riemersione (oggi) di questi testi permette ai praticanti e studiosi di Astromagia di cimentarsi comunque nella complessa e articolata Arte Astrologica, quella relativa all’arte elettiva, alla creazione di manufatti o di quei momenti di inizio che configurati da buone stelle e disposizioni celesti, promuovono immagini & nature propizie alle proprie opere o imprese.

Scoto & Abenragel

La presenza in questo manuale di due testi fondamentali per l’uso e lo studio delle mansioni lunari, quello di Scoto e poi successivamente quello di Abenragel, permette di avere un valido manuale, conciso e specifico, sulle nature e i significati delle mansioni lunari: le mansioni erano utilizzate anche per studi sul tema di nascita ma anche per studi di iatromatematica oltre che di astrologia naturale (meteo); esiste tuttavia un uso delle mansioni piรน magico, e quindi piรน creativo; ecco che questo manuale curato da Margherita Fiorello ci permette di conoscere un’altra faccia delle mansioni, entrando nella complessa e per nulla semplice astromagia.

Margherita Fiorello

Margherita Fiorello รจ una figura di riferimento nel panorama dellโ€™astrologia tradizionale. Devo confessare che il mio stesso interesse per questa disciplina deve molto alla sua influenza. Allieva di Giuseppe Bezza, รจ membro certificato del CIDA e consigliere di Cieloeterra, gruppo di ricerca in astrologia antica fondato dallo stesso Bezza, una delle personalitร  piรน significative nella riscoperta dellโ€™Astrologia Tradizionale in Italia. Margherita ha sempre intrecciato lo studio astrologico con un profondo interesse per la storia e lโ€™arte, laureandosi con una tesi sul lusso nei palazzi romani del 1600; diversi suoi approfondimenti si sono indirizzati verso lo studio dei decani, delle dimore lunari, dei talismani e dellโ€™astromagia, senza tralasciare le molteplici ramificazioni della disciplina, dallโ€™astrologia giudiziaria allโ€™elettiva, dalla iatromatematica allโ€™astrologia cattolica. Le sue ricerche e testimonianze rappresentano una chiave di accesso a questa complessa e affascinante dottrina. A tal proposito, vorrei condividere un pensiero che tempo fa Paolo Novelli espresse su Margherita, e che condivido pienamente: โ€œnellโ€™ambiente astrologico, Margherita รจ una delle poche studiose che ha sempre offerto il proprio sapere con generositร , animata da uno spirito di condivisione sincero e disinteressato, a beneficio di chiunque abbia la curiositร  e la volontร  di apprendereโ€.

Acquista il manuale – bilingue inglese / italiano (LINK)

BREVI ACCENNI SU MICHELE SCOTO

Le origini di Michele Scoto (o nella forma latinizzata Michael Scotus) – sebbene si ritenga fosse originario dellโ€™area al confine tra lโ€™Inghilterra settentrionale e la Scozia meridionale – sono state oggetto di dibattito, e molti sono i dubbi sulla certezza della sua nascita.ย  Nel 1227, Papa Onorio III scrisse a Stefano Langton descrivendo Michele Scoto come un uomo appassionatamente dedito alle lettere e alle scienze fin dallโ€™infanzia. Lo storico Thorndike ipotizza che Scoto fosse orfano di padre e cresciuto da uno zio. Sir Walter Scott lo identificรฒ con Sir Michael Scot di Balwearie, inviato nel 1290 in missione diplomatica in Norvegia, ma questa teoria รจ stata respinta dalla maggior parte degli storici. Scoto avrebbe ricevuto la sua formazione iniziale presso la scuola cattedrale di Durham, proseguendo gli studi a Oxford e all’Universitร  di Parigi, dove si specializzรฒ in matematica, astrologia (che allโ€™epoca includeva lโ€™astronomia), alchimia e medicina.

La prima attestazione documentata della sua attivitร  risale al 18 agosto 1217 a Toledo, in Spagna, quando completรฒ la traduzione dallโ€™arabo al latino dellโ€™opera di al-Bitruji, nota in Occidente come Alpetragius, il primo testo a proporre un sistema astronomico alternativo a quello tolemaico.

Tra il 1227 e il 1228, Michele Scoto si trovava alla corte di Federico II di Hohenstaufen, imperatore del Sacro Romano Impero. Qui si incrociรฒ con Leonardo Fibonacci, e insieme contribuirono a introdurre in Europa una parte significativa del sapere scientifico musulmano, specialmente quello proveniente dalla Spagna moresca. Questo lavoro avrebbe gettato le basi per lo sviluppo scientifico del Rinascimento italiano. Scoto รจ spesso indicato come tutore imperiale, sebbene nei manoscritti sia designato piรน frequentemente come astrologo. In questo ambiente cosmopolita e raffinato giunse Michele Scoto, la cui fama di sapiente e filosofo gli garantรฌ lโ€™invito a corte. Federico, desideroso di ottenere una descrizione completa dellโ€™universo, ritenne che Scoto fosse lโ€™uomo giusto per questo compito, e gli sottopose una serie di quesiti da risolvere. Oltre a occuparsi di queste richieste imperiali, Michele continuรฒ il suo lavoro di traduttore, approfondendo anche lo studio dellโ€™alchimia e dellโ€™astrologia giudiziaria. Alla corte di Federico II, Michele Scoto scrisse diverse opere originali su astrologia, alchimia e scienze occulte, anche se non tutte furono completate. Studiรฒ inoltre medicina, e gli venne attribuito il merito di aver guarito lโ€™imperatore in piรน occasioni.

Nonostante il suo prestigio, Michele Scoto non era privo di difetti: si dice fosse vanitoso, soprattutto in relazione ai suoi studi. Affermรฒ persino di aver trasformato il rame in oro e non esitava a esibirsi in pubbliche dimostrazioni di “miracoli” e fenomeni inspiegabili, lasciando il popolo sbalordito. Questo suo atteggiamento spettacolare contribuรฌ a consolidare la sua immagine di mago nella mente della gente, abituata a credere nei prodigi piรน che a cercarne una spiegazione razionale. Fu proprio questa fama a garantirgli un posto nellโ€™Inferno di Dante, che lo colloca nellโ€™ottavo cerchio, tra i fraudolenti.ย  Scoto non era solo un astrologo e un alchimista, ma anche un veggente. Gli vengono attribuite numerose profezie, tra cui: Lโ€™esito della guerra tra Federico e i lombardi; Il momento e le circostanze della morte di Federico II; La propria morte.

Negli ultimi anni della sua vita, Michele Scoto viaggiรฒ attraverso Germania, Italia e Inghilterra. Alcuni indizi fanno pensare che volesse ritirarsi in un monastero. Nonostante la sua antica vicinanza a Federico II, il Papa sembrava aver superato le sue riserve nei suoi confronti, tanto da offrirgli un arcivescovado in Irlanda, proposta che Michele rifiutรฒ. Secondo una leggenda, avendo previsto che sarebbe morto a causa della caduta di una pietra, iniziรฒ a indossare un elmo di metallo per proteggersi. Tuttavia, il destino trovรฒ comunque il modo di colpirlo. Un giorno, mentre si trovava in chiesa, si tolse lโ€™elmo e venne colpito alla testa da un pezzo di mattone caduto dal soffitto. Morรฌ poco dopo per le ferite riportate. La data della sua morte รจ generalmente fissata al 1236, ma il luogo della sua sepoltura rimane incerto. Secondo la tradizione piรน famosa, Scoto fu sepolto nellโ€™abbazia di Melrose, insieme ai suoi libri di magia.