Le poche informazioni trovate su Mauro Mattei da Firenze (detto anche Fiorentino, 1493–1556), lo vedono come un religioso attivo presso la Chiesa della Santissima Annunziata a Firenze. I suoi interessi spaziavano in diverse discipline matematiche, inclusa la musica (di cui si conserva un trattato nella Biblioteca Laurenziana). Dal suo “Annotationi sopra la lettione della Spera del Sacro Bosco doue si dichiarano tutti e principii mathematici & naturali, che in quella si possan’ desiderare. Con alcune quistioni notabili a detta Spera necessarie …” riporto un breve paragrafo di definizione dello “ZODIACO”.

ANNOTAZIONE: Si sa molto poco su Johannes Sacrobosco, tranne che probabilmente era britannico, insegnò astronomia all’Università di Parigi e morì lì nel secondo quarto del XIII secolo. Sphaera mundi, la sua opera principale, fu un libro di testo astronomico straordinariamente popolare per diverse generazioni. I manoscritti dell’opera circolarono in tutti i principali centri di apprendimento europei. Fu pubblicata per la prima volta nel 1472 a Ferrara e conobbe decine di edizioni fino alla metà del XVII secolo. Mauro Mattei da Firenze propone le annotazioni sulla Sfera di J. Sacrobosco (le informazioni tratte provengono dalle ricerche effettuate in Cambridge Digital Library The University Archives nella ricerca di M. Mattei da Firenze detto Fiorentino link).
ZODIACO
Il cerchio chiamato Zodiaco è immaginato a partire dal movimento proprio del Sole intendendo qui l’eclittica, poiché la sua larghezza è immaginata a causa dell’erranza dei pianeti, che si allontanano da essa da una parte o dall’altra per effetto dei loro epicicli; ed è per questo che in greco vengono chiamati “pianeti”, cioè, nella nostra lingua, “erranti” e “vagabondi”. È dunque immaginato, dicevo, secondo il movimento proprio del Sole, da occidente verso oriente (come si è detto), di quasi un grado al giorno: con questo movimento il Sole descrive l’eclittica, la quale è distante e distinta dal primo cerchio equinoziale (secondo gli osservatori moderni) di 23 gradi e mezzo; e interseca detto cerchio equinoziale con angoli torvi e obliqui, cioè acuti e ottusi o ampi, come si può vedere nella Sfera materiale. E per tale obliquità di angoli fu chiamato dal Filosofo “cerchio obliquo”, e chiamato anche “Zodiaco”, in greco “Zoè”, che vuol dire “vita”, perché il Sole, avvicinandosi a esso, nei nostri climi porta la vita alle cose inferiori, come si vede nella primavera.
È anche chiamato in greco “Zodiaco” perché significa “animale”, poiché contiene i 12 segni, che per la maggior parte sono in forma di animali — non perché siano realmente animali, ma perché le stelle di quella regione del cielo (secondo gli astrologi, anche se i poeti le rappresentano in altro modo) hanno quella forma, per le linee immaginate tra le stelle che compongono tali figure. Questo si vede chiaramente nel Toro, nello Scorpione e in altre costellazioni celesti. E poiché anche tali stelle hanno una virtù o influenza su quelle stesse specie e categorie di animali, ecc., si divide detto Zodiaco in 12 parti uguali (come si è detto), chiamate “segni”; e ogni segno è suddiviso in 30 gradi o piccole parti; ogni grado in 60 minuti; ogni minuto in 60 secondi, e così via, in successione, fino a 6 o anche 10 suddivisioni. Soltanto questo cerchio ha superficie e larghezza, come si vede; mentre tutti gli altri cerchi sono immaginati privi di larghezza, come linee ideali. Dunque questo cerchio zodiacale sarà diviso in 12 segni, cioè in 360 parti o gradi. Allo stesso modo anche ogni altro cerchio della Sfera sarà diviso, ma nei cerchi maggiori le parti saranno uguali, mentre nei minori saranno proporzionali. Come si vede nella Sfera materiale.
E questi segni si considerano e si immaginano in tre modi
- come una piramide quadrilatera, la cui base si trova sulla superficie del segno [zodiacale], e il cui vertice, o punta, è nel centro della Terra. Secondo questa piramide, ogni parte dello Zodiaco che corrisponde nel cielo è rivolta, sulla Terra, verso un determinato segno;
- come la sola scorza della fetta di un melone, cioè la parte superficiale, che si estende da un polo all’altro dello Zodiaco più larga nel mezzo e più stretta alle estremità. Secondo questo modello, ogni immagine celeste è compresa sotto qualche segno;
- come fette di melone solide e piene, che terminano nella linea e nell’asse della Sfera. Secondo questo stesso modello, tutto ciò che è nel mondo è sottoposto a qualche segno e vi è compreso.
Quando dunque si dice che il Sole o un altro pianeta si trova nel segno dell’Ariete, si intende che si trova in quel segno, e dunque “sotto” quel segno, perché lo Zodiaco — come è stato immaginato nella ottava Sfera — contiene il Sole, che si trova sotto nel quarto cielo, e così anche nella nona Sfera. Il decimo cerchio, detto Zodiaco, è immaginato benché non vi siano realmente delle stelle. I nomi dei segni e le altre proprietà dello Zodiaco sono già stati chiariti [nei capitoli precedenti], perciò quanto detto fin qui sia sufficiente.
Vi sono poi due altri cerchi maggiori, chiamati in greco “Coluri”, cioè “cerchi mutilati” o “tronchi” (relativamente al nostro punto di vista), perché ne vediamo solo la parte che è sopra l’orizzonte. Questi cerchi furono immaginati dai matematici, e Archimede ne fu l’inventore, per dividere i due solstizi e i due equinozi. Il primo Coluro passa per i poli del mondo, i poli dello Zodiaco, e per i due punti solstiziali — Cancro e Capricorno — dove il Sole declina massimamente, allontanandosi dall’equatore verso il settentrione e il meridione (come si vede nella Sfera materiale), per 23 gradi e mezzo, come detto. Il secondo Coluro passa per i poli del mondo e per i punti iniziali (o gradi) dell’Ariete e della Bilancia. E poiché entrambi passano per i poli del mondo, si intersecano ortogonalmente, cioè ad angolo retto, rispetto alla Sfera celeste.
Gli altri due cerchi maggiori, chiamati Orizzonte e Meridiano, sono immaginati in base al limite della nostra vista, da qualunque punto ci troviamo. Per questo motivo gli antichi chiamarono “Orizzonte” il cerchio che indica la fine della vista, il confine visibile. Il Meridiano, similmente, è immaginato passare per i poli del mondo, e per lo Zenith, cioè il punto verticale sopra di noi. Questo punto è il polo dell’Orizzonte di quel dato luogo e perciò divide l’Orizzonte in due parti uguali, come si vede nella Sfera materiale e solida. Questo basti per quanto riguarda la definizione dei sei cerchi maggiori.
I quattro cerchi minori sono: il cerchio del Cancro e quello del Capricorno, ovvero i Tropici del Cancro e del Capricorno, così detti in greco perché sono “inversioni” e “ritorni”, poiché il Sole, giunto a quei punti, si volta indietro e ritorna verso il nostro zenit, o verso l’altra parte (cioè verso gli antipodi, e quindi lontano da noi). È dunque immaginato che il cerchio del Cancro (cioè il tropico del Cancro) sia il punto da cui il Sole si allontana (fluente, secondo il movimento immaginato); ed è da lì che, stando nel primo grado del Cancro, il Sole per effetto del moto diurno (cioè del primo mobile) descrive questo cerchio, detto quindi immaginario. Simmetricamente si immagina anche il cerchio opposto, cioè il tropico del Capricorno, e così si forma il secondo cerchio.
Negli altri giorni dell’anno, il Sole descrive tra questi due tropici 182 spire, che si raddoppiano nel ritorno del Sole. Calcolando il doppio passaggio del Sole sull’equinoziale (ossia l’equatore celeste, che attraversa due volte l’anno), si contano 365 giorni in tutto l’anno, anche se mancano circa 6 ore, meno 11 minuti, cioè un quarto di giorno (secondo l’opinione comune). Da qui nasce l’anno bisestile, che ogni 4 anni — cioè ogni circa 24 ore accumulate — aggiunge un giorno. Tuttavia, poiché non si tratta esattamente di un giorno intero, quel giorno aggiunto eccede leggermente il dovuto. […] E quanto detto finora basta, per non uscire troppo dall’argomento proposto.
Il circolo Artico (chiamato così in greco, e secondo noi detto “Orsino”, dalla minore Orsa, alla quale è vicino) è immaginato a partire dal punto e polo dell’asse dello Zodiaco, descritto dal primo mobile che lo circumnaviga e lo fa ruotare. Questo punto e polo si allontana dal polo del mondo di 23 gradi e mezzo, che è la stessa distanza e declinazione che lo Zodiaco ha rispetto all’equatore celeste, come si può vedere nella sfera materiale.
Un cerchio simile si deve immaginare all’estremo opposto, detto circolo Antartico (cioè l’Artico opposto), che passa per il punto e polo opposto dello Zodiaco, e anche questo è circondato e descritto dal primo mobile.
È dunque chiaro da quanto detto che questi cerchi della sfera celeste — dalla sfera materiale si vedono anche nella sfera matematica — sono descritti per astrazione, cioè immaginati mentalmente. È inoltre da notare che da questi cerchi, cioè l’Artico, l’Antartico e i due Tropici, si derivano cinque spazi o superfici, cioè delle fasce o cinture, chiamate in greco “Zone”. Queste zone, così come i cerchi, devono essere immaginate anche sulla Terra e nella mappa geografica. […]
NOTE FINALI
Consultato il trattato originale (in forma digitalizzata)
M. MATTEI – Annotationi sopra la lettione della Spera del Sacro Bosco doue si dichiarano tutti e principii mathematici & naturali, che in quella si possan’ desiderare. Con alcune quistioni notabili a detta Spera necessarie …