La descrizione dell’aspetto di congiunzione Marte Saturno, che la tradizione ci offre, può aiutarci a comprendere il paradigma su cui si basa il processo interpretativo all’interno della tradizione astrologica.
Saturno con Marte (congiunti) fa le persone mansuete, dice Anubione (IV sec. d.C.): ma come fanno i “malefici” a generare la mansuetudine?
Valente (II-III sec. d.C.) dice che l’unione di Saturno con Marte fa le geniture illustri ma solo quando tale congiunzione è testimoniata dalle benefiche stelle.
Invece nel Liber Hermetis (V sec. d.C.) la congiunzione dei due malefici è considerata favorevole perché “reca una giusta mescolanza di beni e di mali” ed è proprio questa affermazione che ci dà il primo indizio del perché la congiunzione dei malefici non è dalla tradizione considerata così nefasta.
Firmico (IV sec. d.C.) aggiunge che la congiunzione dei malefici in luoghi opportuni concede una giusta moderazione e prudenza, smorzando gli impulsi in una disposizione benigna.
Per Abenragel (XI sec.) la congiunzione Marte Saturno rende i nati pazienti, mansueti.

Non solo Firmico ma anche Doroteo (I sec. d.C.) ci offre alcune spiegazioni del perché le didascalie di questo aspetto sono quasi sempre identiche, riportando valori benigni.
Dice Doroteo (nel suo Libro Tre del Carmen Astrologicum) che quando Saturno è in congiunzione con Marte il Bellicoso, rende dolce il carattere che altrimenti sarebbe irascibile (altrimenti sta per “se Marte Saturno fossero per esempio in quadratura od opposizione, eccetera). Infatti, l’impetuoso Marte, sempre veemente e rapido, mette in moto una velocità irriflessa e sconsiderata perché è caldo; Saturno invece è lento; ma quando entrambi sono mescolati, il mortale che nasce sarà a metà strada tra i due, quindi sarà migliore.

Doroteo evidenzia due concetti: il caldo di Marte e il freddo di Saturno (quindi il concetto delle proprietà naturali delle luci del cielo e di conseguenza cosa questi corpi “modificano” o “significano” nell’esperienza terrestre che noi abbiamo con la natura); e l’altro concetto è il movimento del pianeta (qui potrebbe alludere al passo giornaliero veloce / lento, ma anche al moto diretto, stazionario, retrogrado). Queste proprietà dei pianeti suscitano significati sulla loro capacità di “modificare” oppure “alterare” o ancora “rappresentare e significare” i diversi equilibri tra i 4 principi primi caldo freddo secco umido di cui abbiamo un’esperienza tattile, fisica, biologica.
Non è un fatto ignoto che il nostro corpo reagisce con risposte endocrine, ormonali, rispetto ale variazioni di caldo-freddo, ma anche di secchezza-umidità, ci sono persino studi nell’ambito della psichiatria-forense che riguardano gli effetti del caldo sui crimini, per esempio, nonché sugli effetti del clima e dell’atmosfera e delle temperature ambientali nel suscitare reazioni violente negli individui, specialmente in quelli fragili. Come è risaputo che il nostro corpo nel ciclo primavera-estate vede sempre più aumentare ormoni specifici che aiutano ad adattarsi alle alte temperature crescenti e all’aumento della luce; e questi ormoni diminuiscono al diminuire delle ore del giorno, al diminuire della temperatura, e nel ciclo autunno-inverno il corpo produce ormoni diversi finalizzati ad aiutare ad adattarsi alle temperature più basse.
Faccio notare che le stagioni sono un prodotto del Cielo nella sua relazione con la disposizione precisa della Terra e della sua Atmosfera, dunque le stagioni influenzano la nostra vita attraverso veicoli e vettori naturali. Quello su cui intendo ragionare (e che provo a spiegare nei limiti di un articolo-blog) è che dietro le interpretazioni astrologiche (anche degli aspetti tra pianeti) non vi è alcun principio deterministico se per determinismo intendiamo una “sentenza inappellabile” ma piuttosto (come direbbe Gersonide) c’è un “finalismo strisciante“, ovvero tutto ha una finalità, ogni cosa deve accadere perché deve accadere per forza, per natura, per fisica, per una legge che l’umana-idiozia non può soggiogare nei suoi “miti eroico-centrici” dove l’uomo ritiene veramente di essere invincibile e immortale (XD); le interpretazioni astrologiche seguono logiche naturali perché la Natura è artefice di tutto, sia delle cose cognitive-razionali sia di quelle che riteniamo fantasiose-immaginarie-magiche.
Quindi, Doroteo spiega che se Saturno rappresenta il freddo al più alto livello, nonché concetti di restrizione, rigidità… quando è unito a Marte, che invece esprime caratteri belligeranti dove il caldo è rappresentato in un livello estremo, l’incontro genererà una sorta di raffreddamento nei confronti di Marte. Poi, se Saturno è più lento di Marte, quando è vicino a Marte che è più veloce con una velocità infiammante, tenderà a rallentarlo (non fisicamente, cosa impossibile, ma naturalmente avrà effetti sulla natura propria di Marte). Allo stesso modo se Saturno è estremo rigore, freddezza, restrizione, privazione, quando è accanto a Marte il suo eccesso è diminuito; e se Marte è più veloce di Saturno, dotato di una velocità infiammata, stimolerà in un certo senso l’andamento pedante di Saturno. Ne consegue che l’interazione tra Saturno e Marte (i due malefici) è come l’interazione tra Freddo e Caldo, o tra Lento e Veloce, di un Calore malefico, di un Freddo malefico, di una Lentezza malefica, di una Velocità malefica, che poiché interagiscono vedranno annullarsi a vicenda e ciò creerà una mescolanza di bene e male, che conduce ad un equilibrio dove la secchezza è ciò che rimarrà nell’unione Marte-Saturno: principio di razionalità e di fermezza, di intellettualità e di lucidità (e se partecipano le benefiche stelle, allora andiamo verso la nascita illustre).
Dello stesso parere è Firmico che sull’unione di Marte-Saturno dice: la temerarietà sconsiderata, l’ardita impudenza, la brama impaziente dell’ardore di Marte son temperate dall’unione al freddo di Saturno onde, infiacchiti gli ardori che la natura del suo calore aveva acceso, prende a prestito, dall’unione del di lui gelo, coerenza e prudenza nel comporre le inclinazioni degli uomini, giacché il calore di Marte, nel plasmare le inclinazioni, sempre è smorzato dal freddo stupefacente di Saturno. Pertanto, il calore di Marte intiepidisce il freddo di Saturno e il freddo di Saturno estingue la fiamma di Marte e dalla temperanza di questo miscuglio i costumi degli uomini ricevono i segni distintivi della serietà di carattere (che forse ha dato un esempio più chiaro del mio commento precedente).
La conclusione è che le descrizioni dell’aspetto Marte-Saturno ci fanno capire come in astrologia le interpretazioni possibili, a prescindere a quali dottrine vogliamo appellarci (se legate alle immagini o a dottrine di mero computo valutativo), sono solo quelle che rimandano alla Natura delle cose e allo studio di come le nature di ogni sistema vivente sono soggette ai moti del cielo (e per fare quest’ultima cosa dovremmo ritornare all’esperienza diretta con il cielo, come facevano certi astrologi che annotavano ciò che accadeva durante noviluni e pleniluni intorno a loro…). Ciò lo sottolinea anche Bonatti (astrologo medievale, orgoglio italiano) che nelle sue opere e in numerose occasioni esorta nel considerare la Natura come unica possibilità per nobilitare l’Arte dell’Astrologia, perché tutto il resto rischierebbe di portarci ad una sola cosa: alla denaturazione del metodo astrologico, come poi è stato con l’avvento dei tempi moderni, dove abbiamo dimenticato il vero centro dell’intera esistenza (al di là dell’astrologia) che è la Natura e i suoi decreti, sostituita invece con l’idea dell’Uomo-Donna Eterni, Potenti, così Potenti e Stolti da ritenere, erroneamente, di non essere soggetti nemmeno al cielo (ovvero alla natura).
NOTA CONCLUSIVA – ovviamente gli autori concordano nel ritenere moderazione e prudenza per la congiunzione Marte-Saturno, ma solo quando tale unione avviene in luoghi operosi, in condizioni dignitose, ma comunque rimane un aspetto potenzialmente insidioso in certe condizioni, quando per esempio uno dei due o entrambi sono di moto lento, oppure retrogradi o stazionari, e specialmente quando la Luna è in aspetto all’uno e poi all’altro, allora non solo la Luna è assediata, ma l’animo sarà turbato.