Johann Thomas Freig (anche Freigius o Frigius) fu un pensatore tedesco del tardo Rinascimento, attivo nel campo della filosofia naturale, della logica e della medicina. Nato a Friburgo nel 1543, fu allievo e poi collaboratore di Petrus Ramus a Parigi, dal quale mutuò l’interesse per una riforma metodologica delle scienze. In seguito insegnò filosofia ad Altdorf e a Basilea, dove morì prematuramente nel 1583. Freig si distinse per il suo tentativo di sistematizzare il sapere secondo criteri razionali e pedagogici, offrendo strumenti enciclopedici per la formazione universitaria. La sua opera più nota è “Quaestiones Physicae” (1579), un compendio di scienze naturali articolato in 36 libri, in cui affronta temi che spaziano dall’ottica all’astronomia, dalla botanica all’anatomia. In questo vasto trattato si trova uno dei primi usi attestati del termine “psychologia” (psicologia) in ambito filosofico-naturalistico. Nel Liber XXVII. De Psychologia, Freig propone una tripartizione dell’anima – naturale, sensitiva e intellettiva – secondo la tradizione aristotelica, ma con un lessico aggiornato e una chiara intenzione didattica. In ciò anticipa di almeno un secolo l’impiego sistematico del termine da parte degli psicologi moderni.
Seguono alcuni stralci dell’opera “Quaestiones Physicae”, quelli che ho ritenuto più interessanti; inoltre è inserita al traduzione completa del Liber XXVII “De Psychologia”.
INDICE DEI CONTENUTI
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Sono arrivato a Freig per curiosità: chiedendomi da quando il termine “Psicologia” appare nei saggi e nei trattati dell’antichità. Cosi, mi è apparso il trattato “Questioni di Fisica” dove Freig è uno dei primi a utilizzare il termine Psicologia per scopi didattici: sicuramente propone all’interno di questa voce una descrizione dell’Essere ben nota, con chiara origine aristotelica.
L’opera (ho consultato l’edizione originale del 1579) nelle prime pagine presenta una interessante dedica di Freig, un vero e proprio ex voto, in cui scrive: A Dio, unico nell’essenza, triplice nelle persone; alla Natura, non solo una volta creatrice, ma anche eterna governatrice. Al più prudente, ottimo, massimo. Nel trentaseiesimo anno della propria età, Freigi dedicò questi altrettanti (trentasei) libri come ex voto, nell’anno della nostra redenzione 1579.
Nel “Quaestiones Physicae” incontriamo 36 Libri in cui Freig tratta diversi argomenti, con una modalità tipica dell’enciclopedismo di questo periodo: brevi didascalie o descrizioni, che lui fornisce partendo da una domanda. Elenco i diversi argomenti trattati.
LIB. I – L’Acroamatico: Acroasi (lezioni orali, esposizione filosofica)
LIB. II – Sulla Cosmopoiesi: Esamerone, Origini, Genesi
LIB. III – Sulle Qualità: Statica, Isopica (proprietà dei corpi)
LIB. IIII – Sui Colori
LIB. V – Sull’Ottica secondo il libro di Tolomeo, che Prætorius ha trasmesso
LIB. VI – Sui Sapori: cucina, arte culinaria; oleum vinum; anche sugli odori, profumeria, aromi
LIB. VII – Sul Suono e sulla Musica
LIB. VIII – Sulle Alterazioni, Temperamenti, Simpatie e Antipatie delle cose naturali
LIB. IX – Sull’Astronomia
LIB. X – Sul Primo Mobile e sulla Gnomonica (arte della meridiana)
LIB. XI – Sulla Meteoroscopia (osservazione dei fenomeni atmosferici)
LIB. XII – Sulle sfere nuove e ottave
LIB. XIII – Sui Fenomeni
LIB. XIIII – Sulla Teoria del Sole
LIB. XV – Sulla Teoria della Luna
LIB. XVI – Sulla Teoria delle stelle superiori
LIB. XVII – Sulla Teoria delle stelle inferiori
LIB. XVIII – Sull’Astrologia
LIB. XIX – Sulla Stereochologia e gli Elementi
LIB. XX – Sul Fuoco e la Pirotecnica, e sull’Aria
LIB. XXI – Sull’Idrografia
LIB. XXII – Sulla Geografia
LIB. XXIII – Sulla Corografia (descrizione di regioni/località)
LIB. XXIIII – Sulla Natura dei Popoli
LIB. XXV – Sulla Meteorologia, Anemografia (venti), Acceologia (studio delle valli o delle acque?)
LIB. XXVI – Sui Metalli, le Pietre, i Gemme
LIB. XXVII – Sulla Psicologia
LIB. XXVIII – Sulla Dendrografia e la Fiturgia (descrizione e coltivazione delle piante)
LIB. XXIX – Sulla Botanologia
LIB. XXX – Sulla Agricoltura
LIB. XXXI – Sugli Insetti, i Bachi da seta e l’Arte della produzione del miele
LIB. XXXII – Sui Volatili e l’Ornitogenia (origine degli uccelli)
LIB. XXXIII – Sui Pesci e l’Ittiografia e Ittiotrofia (descrizione e allevamento)
LIB. XXXIIII – Sulla Zoografia degli animali terrestri, pecorili, pastorali e θηριογραφία (descrizione delle bestie selvagge)
LIB. XXXV – Sull’Antropologia e sull’Anatomia
LIB. XXXVI – Sull’Antropologia e sull’Anima umana
Seguono brevi traduzioni di alcuni passaggi dell’opera.
SUI COLORI
Quali qualità sono percepite dalla vista?
La luce e il colore.
Che cos’è la luce?
È una qualità nei corpi celesti; e nel fuoco, nell’aria e nell’acqua, che mostra se stessa e gli altri corpi. Infatti è manifesto che il fuoco, l’acqua e l’aria siano corpi luminosi. Ma il racconto di Mosè è più chiaro, secondo cui i corpi celesti sono chiamati luminaria, cioè fonti di luce dei corpi. Anche se la natura della luce è meravigliosa e impenetrabile, tuttavia si trovano scritte alcune cose a riguardo da Marsilio Ficino nel libro VII della Politica di Platone.
Che cos’è l’ombra?
È la privazione della luce impedita da un corpo opaco, che blocca un raggio incidente con linee certe e in uno spazio determinato.
Quante sono le specie di ombra?
Due. Infatti un corpo opaco, rispetto a un corpo lucido, può essere uguale o disuguale. Se è uguale, si chiama ombra homoeoidēs; se è disuguale, cioè maggiore o minore, si chiama homoieloidēs se maggiore, o homoioeidēs se minore.
Che cos’è l’ombra ὁμοιοειδὴς (homoeoidēs)?
È quella che si proietta da un corpo opaco di pari dimensioni in estensione infinita con un corpo luminoso. Infatti, quando il diametro del corpo opaco uguaglia il diametro del corpo luminoso, le linee che uniscono le loro estremità, estese all’infinito, non si incontrano mai, ma si mantengono sempre equidistanti: secondo la definizione delle linee equidistanti di Euclide, libro 1, definizione 33, e di Vitellione, libro 2, definizione 26. L’ombra ὁμοιοειδὴς è detta così per la forma di un cilindro o colonna.
Che cos’è l’ombra ἁνοιοειδὴς (hanoioeidēs)?
È quella che si forma quando il corpo opaco è maggiore del corpo luminoso; perciò, la parte iniziale dell’ombra presso il corpo opaco è strettissima, ma quanto più si allunga, tanto più si allarga e si fa più spessa. Le linee che toccano le estremità dei diametri del corpo opaco e di quello luminoso, quanto più si prolungano oltre il corpo opaco, tanto più si separano l’una dall’altra e si distanziano; e illuminano la parte minore del corpo opaco che si trova nel mezzo, secondo il libro 28 di Vitellione. L’ombra ἁνοιοειδὴς è detta così dalla figura di un cesto, o di una piramide rovesciata o cono retto (come la descrive Plinio).
Che cos’è l’ombra ἀνοειδὴς (anoeidēs)?
È quella che si forma quando il corpo opaco è minore del corpo luminoso; quindi, è molto spessa vicino al corpo opaco, ma quanto più si allunga, tanto più si assottiglia, finché alla fine si perde in una punta sottile. I raggi estremi del corpo luminoso, cadendo sul corpo opaco, lo illuminano maggiormente nella sua parte intermedia, e prolungandosi oltre l’opaco, si incontrano (convergono): secondo il libro 27 di Vitellione e la definizione delle linee non parallele. ἀνοειδὴς è detta dall’aspetto di un cono o di una piramide retta. E questa dottrina delle ombre ha rivelato la misura del Sole, della Luna e della Terra, come diremo più avanti parlando delle eclissi.
Che cos’è il colore?
È una qualità di un corpo misto, nata dalla commistione di corpi luminosi con corpi oscuri. Lo studio dei colori si fonda su tre questioni: primo, da dove essi provengano; secondo, quali siano le condizioni per cui essi si aggiungano ai corpi; e terzo, quali siano le loro specie.
SULLE ALTERAZIONI
Che cos’è il temperamento?
È la mescolanza delle quattro qualità tattili.
Quante specie di temperamento esistono?
Due: uguale e ineguale.
Che cos’è il temperamento uguale?
È quello in cui le qualità primarie sono mescolate in maniera uguale; ed è duplice: secondo la quantità (ad pondus) e secondo la convenienza naturale (ad iustitiam).
Che cosa significa “uguale secondo la quantità”?
Significa che la mescolanza delle qualità primarie è esattamente paritaria.
E cosa significa “uguale secondo la giustizia”?
Significa che la mescolanza delle qualità primarie si adatta perfettamente alla natura dei corpi.
Che cos’è il temperamento ineguale?
È quello in cui le qualità primarie sono mescolate in modo diseguale;
anch’esso è duplice: semplice e composto.
Che cos’è il temperamento semplice?
È quello in cui eccelle una sola qualità, come: caldo, freddo, umido, secco.
Che cos’è il temperamento composto?
È quello in cui eccellono due qualità congiunte:
ad esempio, caldo con umido o con secco; freddo con umido o con secco.
Che cos’è la mescolanza (mixtio)?
È l’unione di elementi alterabili mescolati, mediante la quale il sommo artefice ha istituito la generazione di tutte le cose.
Che cos’è l’alterazione?
È il mutamento delle qualità, che si articola in tre aspetti: specie, effetto, regola.
Quante specie di alterazione esistono?
Due: cottura (coctio) e putrefazione (putrefactio), in greco πέψις (pépsis) e σήψις (sēpsis). Infatti, nella mescolanza si verificano per lo più alterazioni secondo più qualità, in modo che la conservazione del composto avvenga con armonia o che, al contrario, ne derivi la corruzione.
SULLA TEORIA DEL SOLE
Che cos’è un pianeta?
È una stella errante che non scintilla. Infatti, sotto quell’orbe a cui aderisce la moltitudine delle stelle fisse, vi sono sette orbite, ciascuna delle quali trasporta una delle stelle dette erranti o pianeti: non perché si muovano in modo vago e incerto, ma perché girano in modo vario e diseguale. Avanzano infatti e retrocedono, si occultano e talvolta scompaiono; poi riappaiono di nuovo; precedono e seguono il Sole, si avvicinano e rallentano il loro corso, e in modo alternato ne inibiscono il cammino. Dal percorso del Sole si muovono ora verso sud, ora verso nord. Le orbite dei pianeti non sono attribuite come homocentri (cioè con centro comune), ma come eccentriche, poiché i loro centri sono distanti dal centro del mondo (cioè dalla Terra), a intervalli disuguali. I punti delle orbite più lontani dalla Terra si chiamano ἀπόγαια (apogei) o apogei massimi; quelli più vicini si dicono περιγαία (perigei) o apogei minimi. Quando i pianeti arrivano al punto più lontano, retrocedono maggiormente; in quel punto che occupano più a lungo si trovano nel loro apogeo, mentre si avvicinano più velocemente alla Terra nel perigeo. Ecco l’ordine in cui si dispongono: Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio, Luna, rappresentati da questo piccolo verso mnemonico: Post sim sum sequitur: ultima Luna subest. (“Dopo sim sum [Saturno, Iuppiter, Mars, Sol, Venus, Mercurius], segue per ultima la Luna”). In ciascuno (o nei principali di essi), devono essere considerati otto aspetti: Nome Natura Proporzione rispetto alla Terra Movimento o velocità Orbite Effetti Influssi (Passiones) φανώματα (cioè le apparizioni o fenomeni visibili).
SULLA TEORIA DELLA LUNA
Che cos’è la Luna?
È la luce minore del cielo, posta a dominare la notte, il cui moto determina i mesi. La distanza della Luna piena e nuova dalla Terra, nel punto massimo, è di 65 semidiametri (della Terra); nel punto minimo, 52 semidiametri e 8 scrupoli. La sua altezza massima è di 68 semidiametri e 20 scrupoli; la minima, di 52 semidiametri e 27 scrupoli.
Da dove deriva il nome σελήνη (selḗnē)?
La Luna, in greco selene, è detta così quasi da σελάς (splendore), o da σελήνη, forma di νέαν εἴληφε καὶ παλαιὰν, cioè “che riceve sempre nuova e vecchia luce”: nuova, quando si allontana dalla congiunzione col Sole; vecchia, quando vi si avvicina.
Qual è la natura della Luna?
La Luna è la più bassa di tutti i corpi celesti; è umida e moderatamente calda, a causa della luce del Sole che la illumina: per questo umidifica e rende i corpi come flaccidi, riscaldandoli solo un poco. D’altra parte, la natura del corpo lunare ha anche effetti propri: infatti, poiché il Sole riscalda, e la Luna umidifica, essa rende i corpi umidi di altri pianeti più adatti a ricevere il calore del Sole, preparandoli prima alla temperanza della luce solare. Perciò si ritiene che la Luna riceva la forza di umidificare e irrigare. Inoltre, la Luna produce mutazioni degli umori, crescite e decrescite,
a causa delle sue variazioni per opposizione e per corso variabile. Infatti, la Luna piena, in estate, si trova nei segni zodiacali invernali, che sono più freddi e umidi: per questo motivo si attenua il calore estivo. Invece, in inverno, la Luna piena occupa i segni estivi, da cui deriva un gelo più mite. Aristotele scrive che i bambini nati durante la congiunzione della Luna sono più deboli, a causa della scarsità (o piuttosto della corruzione) dell’umore, perché meno aiutati dalla Luna.
SULL’ASTROLOGIA
Che cos’è l’astrologia?
È una parte della fisica che si occupa della previsione degli eventi futuri, sulla base del consenso tra i corpi celesti e quelli inferiori. Infatti, dai moti, congiunzioni, aspetti e influenze dei corpi celesti si valutano i mutamenti delle cose inferiori: e così, con giudizi tratti dagli astri, si prevedono anno per anno le variazioni delle stagioni, l’abbondanza o scarsità dei raccolti, le guerre e le malattie diverse — se Dio lo permette. Tutta la fisica, del resto, si fonda sulla connessione tra i corpi celesti e quelli inferiori, sia che si considerino le stelle come cause efficaci, sia che si intendano come segni degli effetti. E questa arte del divinare può essere tollerata, purché si mantenga nei limiti delle cause naturali generali delle cose fisiche, come le mutazioni dell’aria; che si limiti a indicare scarsità di raccolti, guerre, malattie, cambiamenti nelle leggi e nei regni. Così si evitano l’empietà e l’idolatria, per le quali ora tutto il mondo sembra pagare un prezzo incerto, penetrando con arroganza negli arcani di Dio onnipotente. Gli astrologi sacrileghi che pretendono di prevedere eventi futuri come se leggessero in un orologio cosmico (ὡρόλογιον) solo a loro accessibile, tentano di penetrare superficialmente nella struttura del mondo e della macchina celeste. Eudosso di Cnido, secondo Cicerone (e Tullio), argomentò contro le predizioni caldee del giorno natale;
in particolare è sospetto che Eudosso, uomo d’ingegno, si sia lasciato andare a queste vanità, come osserva Ramus nel libro primo della Proemium Mathematicum. In effetti, molte cose nelle scienze naturali (come l’agricoltura, la medicina, la navigazione) sono oggetto di predizioni vere; ma molte altre sono fallaci o imposture, specie quando si basano sul caso o sul consiglio umano. Tuttavia, nulla vieta di rivedere qui, in parte, alcuni di questi arcani, anche solo per capire ciò da cui bisogna più guardarsi che credere.
Quali sono i principi dell’astrologia?
Tre sono principalmente: Lo zodiaco. I pianeti. Le dodici case del cielo.
Come si divide lo zodiaco?
In dodici segni, dei quali si considerano la natura e la divisione.
Qual è la natura dei segni?
Ariete: caldo, secco, igneo, collerico; governa la testa.
Toro: freddo, secco, terrestre, malinconico; governa il collo.
Gemelli: caldo, umido, aereo, sanguigno; governa le braccia.
Cancro: freddo, umido, acquoso, flemmatico; governa petto, polmoni e stomaco.
Leone, affine all’Ariete: governa cuore e fegato.
Vergine, affine al Toro: governa intestini e fondo dello stomaco.
Bilancia, con i Gemelli: governa reni e natiche.
Scorpione, con il Cancro: governa le parti genitali.
Sagittario, con Ariete e Leone: governa le cosce.
Capricorno, con Toro e Vergine: governa le ginocchia.
Acquario, con Gemelli e Bilancia: governa le gambe e le tibie.
Pesci, con Cancro: governa i piedi.
Come si dividono ulteriormente questi segni?
Variamente, e in più modi. In mobili, fissi e comuni. In razionali, come Vergine, Gemelli, Bilancia, Acquario, e la prima metà del Sagittario. In sterili e fecondi. In maschili e femminili, luminosi e tenebrosi, fumosi, vuoti, putridi, malsani. In facies ternarie e termini disuguali, i cui signori planetari si distribuiscono secondo molteplici dignità […].
Qual è la natura di ciascun pianeta?
Saturno: freddo e secco, di colore nero, sapore acerbo/amaro (sulphurosus).
Giove: umido e caldo, di colore cinereo o verdastro, sapore dolce.
Marte: secco e caldo, rosso e amaro.
Sole: caldo e secco, di colore indefinito (peregrinus), sapore acuto.
Venere: umida e fredda, bianca e untuosa.
Mercurio: variabile, si conforma per qualità al pianeta a cui si unisce; di colore mistico (mescolato), sapore acetoso.
Luna: fredda e umida, gialla (crocea) e salata.
Quali sono le loro qualità?
Sono varie: alcuni sono detti gravi e ponderosi, come: Saturno Giove Marte. Altri sono detti leggeri, come: Venere Mercurio Luna. Alcuni non sono né leggeri né ponderosi, come: il Sole. Alcuni sono detti fortunati, come: Giove, detto fortuna maggiore Venere, detta fortuna minore. Altri sono detti sfortunati, come: Saturno, sfortuna maggiore Marte, sfortuna minore Mercurio, invece, partecipa di entrambi i tipi: è buono con i buoni, cattivo con i cattivi. Il Sole è buono per natura, ma può essere cattivo per congiunzione. La Luna è detta annunciatrice, poiché percorre tutti i segni e da essa dipende l’essere considerata fortunata o sfortunata, a seconda dei pianeti con cui si unisce. Alcuni sono detti femminili, come: Luna Venere Altri sono detti maschili, ossia tutti gli altri.
Alcuni sono notturni, come: Marte Venere Luna
Altri sono diurni, cioè tutti gli altri.
Alcuni sono amici, altri nemici.
A Saturno sono amici: Giove, Luna, Sole. Nemici: Marte, Venere.
A Giove sono amici: tutti (i pianeti), tranne Marte.
A Marte è amica solo Venere; tutti gli altri gli sono nemici.
Al Sole sono amici: Giove e Venere; nemici: Marte, Mercurio, Luna.
A Mercurio sono amici: Saturno, Giove, Venere; gli altri gli sono nemici.
Alla Luna sono amici: Saturno, Giove, Venere; gli altri nemici.
Al Capo del Drago (Caput Draconis) sono amici: Giove e Venere; la sua natura è calda, ed è quindi fortunato.
Alla Coda del Drago (Cauda Draconis) sono amici: Saturno e Marte; la sua natura è fredda, ed è quindi sfortunata.
SULLA PSICOLOGIA
Inizio del libro
Le cose che seguono immediatamente i corpi inanimati sono le anime e la natura vivente. L’anima, infatti, non è altro che il principio della vita in un corpo naturale. La vita, però, può essere di due tipi: una con sensazione, l’altra senza. Infatti alcuni corpi vivono solo per beneficio della natura; altri percepiscono; altri ancora sono dotati di ragione e intelligenza. A questi tre gradi corrispondono tre generi di viventi: vegetale (φυτόν, cioè pianta o stirpe), genere bruto (o passionale), l’uomo. Da qui le tre differenze dell’anima: naturale, sensitiva, intellettiva. E anche le tre specie degli esseri viventi sono così denominate: specie naturale, specie sensitiva, specie intellettiva.
Dunque, partendo dalla specie prima dei viventi, ossia il regno vegetale, l’anima viene analizzata secondo una triplice natura. In ogni genere vengono distinte cinque cose: l’origine, la facoltà, la funzione, la sede, l’organo, il mezzo di trasmissione.
SULL’ANIMA NATURALE
L’anima naturale è la prima di tutte ed è comune a tutti i viventi: essa è detta anche vegetativa. Essa sola governa e regola le piante e i semi: da cui anche parliamo di “piante animate”, pur non essendo animali. Dunque, anche se si trova solo nelle piante, essa ha funzioni diverse: genera, nutre, accresce. Essa genera per la conservazione della specie; nutre per la sussistenza individuale: parte attirando tramite radice e midollo, parte espellendo, parte trattenendo, parte cucinando (cioè digerendo).
FACOLTÀ ANIMA NATURALE
Le facoltà e potenze che l’anima naturale produce come da un grembo e esercita nel suo ufficio, non sono esterne ma interiori, intime. Nell’anima naturale ci sono tre facoltà: quella procreatrice (procreatrix), quella nutritiva (altrix), quella accrescitiva (auctrìx). La procreatrice ha due aspetti: immutatrix → genera la sostanza, come seme o sangue; conformatrix → le dà forma, struttura e composizione. La nutritiva ha il compito di attrarre cibo nel corpo, trattenerlo, assimilarlo: attrattrice (che attira ciò che è adatto); espultrice (che espelle ciò che è superfluo); ritenitrice e cucinatrice (che trattiene e trasforma). La accrescitiva (auctrìx) stende il corpo in ogni direzione, lo sviluppa e lo prolunga.
FUNZIONI ANIMA NATURALE
Le funzioni seguono le facoltà e sono loro proprie. Come per le arti, così anche per le anime: a ogni potenza corrisponde un’azione. Le funzioni naturali sono tre: Procreazione (Procreatio) → movimento che conduce nuova sostanza; Nutrizione (Nutritio) → trasformazione della sostanza in ciò che si assimila; Accrescimento (Accrescio) → stesura e dilatazione del corpo. Ogni funzione ha le sue ministranti: Attrazione (attractio); Espulsione (depulsio); Ritenzione (retentio); Cottura (coctio) → trasformazione qualitativa del cibo assimilato
OGGETTI E OPERE DELL’ANIMA NATURALE
La procreazione è l’opera della stirpe generata dal seme, ossia del feto o infante portato nel grembo. La nutrizione ha per materia intera il cibo, che penetra profondamente e si trasforma nella sostanza corporea attraverso varie fasi di digestione. L’accrescimento non riguarda il nutrimento, ma le parti solide del corpo, che tende a distendere e dilatare in tutte le direzioni. A questo scopo, insieme alle facoltà nutritive, si aggiungono: applicazione del nutrimento; assimilazione; riparazione di ciò che è stato disperso o perso. Tutto ciò avviene con più o meno abbondanza, a seconda della capacità ricettiva del corpo.
ORGANO ANIMA NATURALE
Ogni facoltà ha il proprio strumento, mediante il quale può esercitare un’azione comune su tutto il corpo. Strumento dell’anima naturale: è l’intero corpo. Strumento della facoltà generatrice: le parti genitali. Strumento della nutritiva: negli animali, è il fegato nelle piante, sono la radice e il midollo.
SEDE ANIMA NATURALE
La sede dell’anima nutritiva e naturale è: nel fegato, per gli animali; nella radice, per le piante.
DELL’ANIMA SENSITIVA
L’anima sensitiva è quella che presiede agli animali, non solo rendendoli viventi, ma anche “animati”. Per questo è chiamata facoltà animale: una potenza unitaria nella sua essenza, non composta di parti diseguali, come il corpo.
FACOLTA’ ANIMA SENSITIVA
L’anima sensitiva ha due potenze: Cognoscitiva; Motoria. La potenza cognoscitiva è: esterna (facoltà dei sensi): vista, udito, olfatto, gusto, tatto; interna (facoltà del giudizio); discrezione,; finzione (immaginazione); memoria. La vis cognoscitiva interna: riceve le immagini dei sensi; giudica le differenze; costruisce e inventa nuove forme (finzione); conserva le impressioni (memoria). La potenza motoria è anch’essa duplice: Animale (detta anche vis appetitiva) → muove da desiderio interiore; Vitale → muove da forza vitale: è l’impulso a muoversi, espandersi, respirare, volare.
FUNZIONI ANIMA SENSITIVA
Le due funzioni dell’anima sensitiva sono: Cognizione (cognitio seu apprehensio); Movimento (motus). La cognizione si realizza attraverso i sensi esterni e interni. Sensi esterni: Alcuni percepiscono per mezzo di un corpo interposto (es. vista, udito, olfatto → operano tramite aria o acqua); Altri, mediante contatto diretto (es. gusto, tatto). Sensi interni: Discrezione (discretio) distingue immagini semplici e complesse; Finzione (phantasia) forma rappresentazioni nuove; Memoria conserva le immagini sensibili; Funzione motoria agisce dall’interno o dall’esterno del corpo; Funzione Motoria Interna è vis animalis (appetitiva) e vis vitalis; Funzione Motoria Esterna è progressione, movimento, espansione, desiderio, volo.
APPETITO ANIMALE O ANIMA SENSITIVA O ANIMALE
L’appetito è innato in tutti gli esseri viventi. L’anima sensitiva o animale si muove per impulso di ciò che viene dall’esterno o da ciò che proviene dall’interno. L’anima razionale non è altro che appetito della volontà. L’appetito animale, di cui qui trattiamo propriamente, è triplice: Cupiditas (concupiscibile), in cui rientrano la libido (fame, sete), il desiderio di ciò che i sensi mostrano, Ira (thymos, vis animosa), Desiderium (desiderio) → del bene sensibile annunciato. Il moto vitale si realizza nella respirazione (inspiratio & exspiratio) del cuore; nel battito delle arterie. Il moto esteriore riguarda: il cammino, il nuoto, la reptazione, il volo
OGGETTI DELL’ANIMA SENSITIVA
Gli oggetti della parte sensitiva sono esteriori, ossia quelli che ci circondano. Alcuni muovono → la vista luce, colori; l’udito → suoni; l’olfatto → odori; il gusto → sapori; il tatto → qualità primarie e secondarie; il senso comune → le forme percepite dagli strumenti sensoriali. Tutte queste, trasportate dagli spiriti nei canali nervosi, arrivano al cervello, dove: il senso comune le riceve; l’immaginazione (phantasia) le elabora; la memoria le conserva. Alcuni oggetti invece muovono: la cupiditas → beni del corpo; l’ira → beni fortuiti; il moto emozionale / volontà → beni dell’anima; e infine → il moto progressivo: piacere, udito, ecc.
ORGANI ANIMA SENSITIVA
Vista → umore cristallino dell’occhio. Udito → timpano, condotti nasali, papille del cervello. Olfatto → canali nasali Gusto → lingua. Tatto → tutto il corpo, in particolare i nervi “duri” Senso comune → ventricolo anteriore del cervello. Immaginazione → ventricolo medio. Memoria → ventricolo posteriore. Organo della cupiditas: cuore, movimento, muscoli e nervi → tutti mossi dallo spirito veicolante proveniente dal cervello.
SEDE ANIMA SENSITIVA
La sede delle facoltà sensitive è nel cervello. Le sue vie sono: i nervi → per l’anima sensitiva; le arterie → per l’anima vitale. Il soffio vitale (spiritus vitalis) parte dal cuore, passa alle arterie carotidi, giunge nei ventricoli del cervello e si trasforma in spirito animale, che riempie le cavità cerebrali, da cui si distribuisce ai sensi e ai muscoli.
ANIMA INTELLETTIVA
L’anima intellettiva è quella per cui l’uomo, tra tutti gli esseri animati, è l’unico a prevalere. Essa è composta da quattro elementi fondamentali:
I. Facoltà → Ricezione (Accipiendi seu patibilis): la mente accoglie le immagini e le nozioni delle cose, libere dalla materia. Azione (Agendi): la mente, trattando le immagini, le comprende: prima le singole, poi ne ricava le forme universali. Composizione (Compnendi): l’intelligenza agente unisce molte nozioni in una sola; da qui nasce affermazione e negazione. Giudizio (Iudicandi):
attraverso l’enunciazione, si formula un giudizio: ciò che è vero o falso, buono o cattivo, utile o dannoso. Ragionamento (Ratiocinandi): partendo da altre nozioni, si forma un discorso complesso, per induzione o deduzione, da cui nasce la scienza o l’opinione. Contemplazione (Contemplandi): è lo studio della sapienza e delle cose eterne. Quando si ferma alla contemplazione, è perfetta; se invece prosegue verso l’azione, genera le altre funzioni. Pratica / Azione (Practica seu agens): a differenza della contemplazione, è rivolta all’azione e all’utilità umana. Essa comprende: Consiglio (Consultandi): deliberazione sulle cose opinabili. Prudenza: trattazione esperta e utile delle cose umane. Volontà: movimento verso ciò che la ragione indica come buono. Scelta: ciò che è confermato dalla deliberazione
II. Funzioni dell’anima intellettiva → Apprensione delle nozioni, singolari e universali, dove risiede la verità. Si distingue in: intelletto agente; intelletto passivo. Composizione, dove si combinano i concetti e si valuta la loro verità o falsità. Giudizio (Exiſtimatio seu iudicium): formulazione di opinioni a partire da ciò che è composto. Ragionamento (Ratiocinatio): attraverso induzione: dai singolari agli universali oppure per deduzione: da principi a conclusioni. Porta a: scienza (se da principi necessari), opinione (se da probabili), contemplazione, studio disinteressato della sapienza. Azione pratica: include consiglio, prudenza, volontà, proairesis (scelta deliberata). Memoria e ricordo: non risiedono originariamente nella mente intellettiva, ma si servono del senso come intermediario (come dice Aristotele nel De Memoria). La memoria è innata nei sensi, non così nella mente.
III. Oggetti → Gli oggetti dell’anima intellettiva sono: simulacri delle cose; conservati inizialmente nel senso; poi valutati come bene o male
IIII. Organo → L’anima intellettiva non ha organo, né interno né esterno.