Il Thema Mundi, radice profonda della tradizione astrologica ellenistica, è stato oggetto di riflessione e analisi da parte di numerosi autori, tra cui Trasillo, Macrobio, Firmico Materno, Vettio Valente, Manetone, Retorio ed Efestione. Esso rappresenta una sorta di archetipo celeste, una mappa simbolica del cosmo che riflette l’armonia tra i movimenti dei cieli e la nascita del mondo. Marsilio Ficino, pensatore rinascimentale, vede nel Thema Mundi non solo un modello cosmologico, ma anche l’espressione della perfezione della provvidenza divina. In tale visione, l’ordine cosmico che regge le sfere celesti e la loro sincronia non è frutto del caso, bensì della volontà di un’“intelligenza” superiore, una Mente che si colloca oltre il dominio della casualità, plasmando il cosmo attraverso la sua potenza ordinatrice.
Dietro il simbolismo della “sfera” si muove una vasta letteratura filosofica e naturale, un universo di speculazioni che mirano a scoprire la natura del divino. In questa visione, il cielo e l’universo non sono semplici oggetti di osservazione, ma i riflessi stessi del divino. L’uomo, nella sua ricerca di conoscenza, deve volgere lo sguardo alla volta celeste e ai movimenti delle sfere per comprendere la natura di Dio. La sfera cosmica, nel suo incessante movimento circolare, diviene per il filosofo il ponte tra il mondo sensibile e l’intelligibile, tra la materia mutevole e l’eterna stabilità dell’Essere. Così, conoscere il cielo significa avvicinarsi alla comprensione del principio ordinatore che permea e vivifica la totalità dell’esistenza.
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Sebbene l’astrologia non appartenga all’ambito religioso, essa si configura come una disciplina che tenta di interpretare il fenomeno astronomico, quel meccanismo celeste che rende possibile la vita, l’esistenza e il divenire degli eventi. Questo complesso sistema non si può attribuire al mero caso o alla pura contingenza, ma appare piuttosto come una struttura intrinsecamente intelligente, regolata da leggi precise e coerenti. Se tali leggi non fossero dotate di una certa intelligenza, la loro natura sarebbe caotica e facilmente soggetta a corruzione; di conseguenza, l’intera creazione e manifestazione cosmica non potrebbero sostenersi né persistere nel tempo.
Le regole che governano i movimenti celesti, le meccaniche che ne definiscono l’ordine, e le logiche matematiche che tracciano i percorsi degli astri conferiscono all’universo una struttura di rara bellezza, un disegno che, per quanto affascinante, rimane in parte impenetrabile alla comprensione umana, e forse per sua stessa natura non può essere interamente disvelato.
Deus est sphaera intellectualis
Nel volume Sphaera, edito da Leo S. Olschki Editore, gli studiosi convocati esplorano il tema della Sfera, intesa non solo come fenomeno astronomico, ma anche come simbolo ricco di significati da decifrare sul piano umano e spirituale. Il testo abbraccia una vasta tradizione di pensiero, partendo dal Liber XXIV Philosophorum del Medioevo, che indaga la relazione tra il cerchio e la sfera in Plotino, proseguendo con le riflessioni sulla rotondità e la circolarità nell’alchimia arabo-islamica, e con le meditazioni sul centro e la circonferenza nei pensieri di Proclo, Boezio e Tommaso d’Aquino. Vi è poi l’analisi della meccanica e dell’acustica, con la dottrina dell’armonia delle sfere nel Medioevo, e la trattazione della sfera infinita e intellegibile nell’opera di Alano di Lilla.
Lo studio prosegue esaminando il concetto di sphaera in Giovanni Sacrobosco, attribuito anche a Michele Scoto, e l’idea eckhartiana del Deus est sphaera intellectualis infinita, dove la sfera assume un significato teologico. In esso si percepisce l’eco del moto circolare e della perfezione dell’anima che risuona nelle ultime terzine del Paradiso di Dante. Infine, le declinazioni del concetto di sfera in Nicolò Cusano mostrano come questa figura geometrica abbia assunto sfumature molteplici, attraversando il pensiero occidentale come simbolo di un universo ordinato, la cui volta celeste diventa al contempo oggetto di indagine scientifica e riflessione spirituale.
In questo senso, l’Astrologia compie un percorso analogo: essa muove dall’osservazione dei fenomeni astronomici, dei movimenti degli astri, per riconoscere in essi una trama simbolica che trascende la pura misurazione dei moti celesti, rivelando un disegno intricato e armonioso. Questa visione dell’universo come sistema ordinato, dotato di una coerenza interna che sfugge alla completa comprensione umana, rimanda a un livello superiore di Intelligenza, quella stessa che i filosofi antichi e medievali cercavano di intuire attraverso la meditazione sulla sfera. La volta celeste, così studiata e osservata, si manifesta allora come un libro cosmico, le cui pagine sono scritte con i segni delle stelle, e la cui interpretazione ci avvicina al mistero di una Mente ordinatrice che si cela dietro l’apparente mutevolezza dei cieli.
Struttura del Thema Mundi
Nel Thema Mundi, rappresentazione simbolica della creazione del mondo e, in un certo senso, totem cosmico della tradizione astrologica, si ricostruisce la disposizione ideale degli astri nei loro domicili, ovvero nelle sedi zodiacali che tradizionalmente presiedono. La divisione della immaginaria sfera locale in questo schema allegorico avviene in corrispondenza dei segni tropici, ovvero quelli equinoziali e solstiziali, che tracciano un ponte tra il ciclo celeste e il ciclo vitale umano.
- L’Ascendente è collocato nel segno del Cancro, che simboleggia la nascita delle generazioni, il principio dell’esistenza che sorge dal grembo della creazione.
- Al contrario, il Discendente trova la sua sede in Capricorno, rappresentando l’inevitabile termine delle generazioni, il declino e la conclusione del ciclo vitale, il tramonto dell’uomo che si appresta a varcare la soglia del mondo umano per entrare nel dominio degli dèi.
- Cancro e Capricorno corrispondono, nell’esperienza sole, ai segni del Solstizio d’Estate che possiamo chiamare “esplosione della vita nel suo massimo potenziale” e del Solstizio d’Inverno che possiamo chiamare “decadimento della generazione o la conclusione di un ciclo vitale”.
- Il Medio Cielo, o Culmine superiore, è posto in Ariete, il segno che funge da guida e pastore di tutto lo zodiaco, capo supremo e dispensatore di forza che orienta il movimento cosmico. Questo segno, con la sua natura iniziatrice, rappresenta la vetta delle ambizioni umane e la tensione verso il divino. Nell’esperienza solare l’Ariete rappresenta l’inizio delle cose quindi in qualità di “inizio” è anche un principio fondamentale e quindi capo assoluto della manifestazione vitale perché ne rievoca, appunto, il suo principio.
- Dall’altro lato, il Fondo Cielo, o Culmine inferiore, si situa in Bilancia, il segno della legge universale e naturale, simbolo dell’equilibrio che presiede al fondamento della manifestazione cosmica. La Bilancia diventa così la custode delle leggi inviolabili che regolano il cosmo, garantendo l’armonia e la stabilità dell’intero sistema, segno dell’equinozio autunnale, in un certo senso è la “struttura” su cui si basa il principio dell’ariete, è il pilastro fondante che regge o regola tutto ciò che è manifesto.
Firmico Materno, nella sua interpretazione del Thema Mundi, colloca gli astri al 15° grado dei rispettivi domicili, evidenziando così una posizione di equilibrio, a metà dell’arco zodiacale, come se volesse sottolineare un punto di perfetta stabilità nella dimensione eclittica di ciascun segno. Questa scelta riflette l’idea di una condizione di perfetto bilanciamento, un centro di gravità che mantiene l’ordine cosmico. Questa struttura gerarchica di dignità riflette una visione ordinata del cosmo, dove ogni pianeta trova la sua forza e la sua natura specifica in base alla posizione celeste che occupa. È una logica che si rivela nel Thema Mundi, dove la posizione degli astri, nelle loro sedi privilegiate, contribuisce a delineare un disegno cosmico coerente, che, pur nella sua complessità, riflette un’intelligenza superiore che trascende l’osservazione puramente empirica e si addentra nella comprensione profonda del rapporto tra cielo e terra, tra visibile e invisibile.
In epoca successiva alla tradizione ellenistica, anche i chierici hanno riflettuto sul concetto del Thema Mundi, trasportando la nozione di una meccanica celeste perfetta all’interno di un contesto religioso o se preferiamo teologico. Un esempio significativo di questa trasposizione si trova in un piccolo libro pubblicato nel gennaio 1644 da un chierico, intitolato Maria sempre vergine, discorsi predicabili. In quest’opera, la perfezione dell’ordine degli astri nei loro domicili fondamentali—richiamo esplicito all’idea del Thema Mundi—viene paragonata alla purezza e alla perfezione della Vergine Maria.
Il chierico, riflettendo sull’ordine cosmico, afferma che “come gli astri si trovano stabiliti nei loro rispettivi domicili secondo una disposizione provvidenziale e sapiente, che rende stabile l’armonia dei cieli, così la Vergine Maria è stata collocata nella storia della redenzione come stella suprema, esempio di purezza immacolata e santità assoluta. Ella, nella sua perfezione, è come il Sole che regna tra i cieli, immutabile e splendente. Così come il moto degli astri non conosce deviazione né disarmonia, allo stesso modo la virtù di Maria non conosce ombra di peccato né macchia di corruzione.”
Questa chiave di lettura fornita da questo sensibile sacerdote assume dunque una dimensione profondamente teologica: la disposizione perfetta degli astri diventa una metafora dell’ordine morale e spirituale incarnato dalla figura della Vergine Maria, un simbolo della grazia divina che regge l’universo. La precisione matematica degli astri, che nei loro domicili tracciano un’armonia perfetta, viene interpretata come riflesso della purezza e dell’integrità di Maria, che si erge come mediatore tra la terra e il cielo, esattamente come il cosmo si fa ponte tra l’umano e il divino.
L’opera del chierico mi ha portato a riflettere su come l’astrologia, in ogni epoca, antica e moderna, abbia sempre contribuito, per coloro che sono stati in grado di coglierne il linguaggio, alla comprensione del disegno della provvidenza. Questa disciplina ci invita a intravedere un’architettura dell’universo, un’idea di perfezione e di equilibrio che cerca di conferire un senso a ciò che, senza la nostra osservazione e il nostro vissuto, rimarrebbe privo di significato.
In questa prospettiva, il Thema Mundi—la Genitura del Mondo—viene concepito come un simbolo di perfezione cosmica. Esso evoca un ordine superiore, una sincronia di eventi celesti che trascende le contingenze terrestri. Indipendentemente dal Dio in cui si crede, tutto ciò che si è manifestato nel nostro mondo sublunare, il piano terreno dell’esistenza, appare come il risultato di una concatenazione armoniosa di eventi. Tale catena ha forgiato l’incanto della vita e il suo ineludibile mistero, suggerendo l’esistenza di una struttura sottostante che sostiene la complessità e la bellezza della creazione.
Riporto le parole poetiche di questo chierico nella descrizione della perfezione dei Cieli associata alla perfezione della Vergine Maria.
… dicono gli Astrologi che ogni pianeta ha la sua casa propria nel cielo, che è in uno o in due segni del celeste zodiaco; così il Sole ha per sua casa il Leone, la Luna il Cancro, Mercurio Gemelli e Vergine, Venere Toro e Bilancia, Marte Scorpione e Ariete, Giove Sagittario e Pesci, Saturno Aquario e Capricorno; or d’altra maniera sempre secondo gli Astrologi stanno i pianeti esiliati nelle case straniere (ovvero nei segni opposti). Se Saturno è fuori dalla sua casa e si ritrova esiliato in Leone o in Cancro, cagionerà vili e imprudenti pensieri. Se Giove albergherà forestiero in Gemelli o nella Vergine, causerà alterigia, superstizione e prodigalità. Se Marte sarà confinato in Bilancia o in Toro, imprimerà negli animi crudeltà e vendetta. Se il Sole si troverà sbandeggiato in Aquario, tramanderà costumi indecorosi. Se Venere alloggerà pellegrina in Ariete o è in Scorpione, pioverà nelle campagne animo di negligenza e timore. Se Mercurio sarà ramingo in Sagittario e in Pesci, seminerà costumi instabili e pensamenti precipitosi e bugiardi. Se la Luna sarà prigioniera del Capricorno causerà languidezza e mutabilità.
L’autore aggiunge: Ora fate che questi stessi pianeti siano invece nei propri segni e nelle proprie case del grande Zodiaco (ovvero i pianeti nei loro domicili), e sperimenterete generosissimi effetti. Saturno dimorante in Aquario e in Capricorno cagionerà gravità e prudenza. Giove che alberga in Sagittario e in Pesci compatirà magnanimità, e liberalità. Marte soggiornante in Ariete e in Scorpione partorirà generosità e intrepidezza. Il Sole signore raggiante in Leone tramanderà nei mortali religiosità e giustizia. Venere riposando in Toro e in Bilancia innesterà eloquenza, pietà, misericordia. Mercurio posto in Gemelli e in Vergine genererà sagacità, ingegno. La Luna co’ suoi nodi ben annodata nel Cancro comunicherà brio e sollecitudine. Così insegna Tolomeo Principe degli Astrologi; intendetelo però sanamente Uditori, non che le stelle abbiano dominio affatto nell’animo, ma perché per mezzo della complessione del corpo possono probabilmente inclinarlo.
L’autore conclude dicendo: Signori udite, le virtù sono come tanti pianeti, l’amore divino fa l’ufficio del Sole, che poiché cammina, cagiona il giorno dell’anima. L’umiltà è la Luna che quando è maggiormente ricolmata d’onori, s’annienta. Mercurio è la contemplazione, che trascorre alata, riportando ambascerie dal cielo in Terra. La fortezza fa l’ufficio di Marte, che contro i nemici dell’anima continuatamente guerreggia. La prudenza è Saturno che con maturo consiglio sa discernere fra gli estremi del bene e del male. La magnanimità è quel Giove, ch’ha sublimi cose aspirando della vita del peccato. Albergano queste virtù negli umani petti, ma talora non operano tutte quell’azioni eroiche, le quali dalla loro natura si sperano, sapete per quale ragione? Perché albergano come pellegrini in straniere province, l’umano petto da che assaggiò il vietato pomo, divenne del peccato misero albero tiranneggiato dalla sua prole (…)
La collocazione dei 12 segni zodiacali nella struttura del Thema Mundi
Alcuni astrologi internazionali rievocano la “cosignificanza” delle case celesti collegandola alla struttura del thema mundi. Non è una pratica estranea all’Astrologia Tradizionale. Evinco per esempio che numerosi autori antichi dichiarano concetti con questa premessa: il segno Acquario è nella disposizione del mondo posto nel luogo della morte e per questo è segno della fatica dell’uomo; la Bilancia è posto nell’immagine del mondo creato a fondamento di ogni cosa (fondo cielo) e significa la legge e le regole, e via dicendo. L’associazione quindi dei segni alle case, non è una corrispondenza così errata perché già concepita in antichità e dava quanto meno una struttura mentale all’astrologo nel ricordare le virtù e le qualità di certi segni, riflettendo proprio sul loro orientamento all’interno della domificazione simbolica del Thema Mundi.
Così secondo la rievocazione del Thema Mundi:
- Il Cancro è nella disposizione del mondo in Ascendente ed insegna sulla nascita delle generazioni, è la porta dell’uomo
Il Cancro, posto in Ascendente nel Thema Mundi, rappresenta il principio della vita, l’inizio di ogni esistenza che si manifesta nel mondo. Simbolicamente, esso è la “porta dell’uomo”, un varco attraverso cui l’anima entra nella dimensione terrena, incarnandosi e prendendo forma. In questa prospettiva, il Cancro diventa metafora del grembo cosmico, la matrice che accoglie e nutre. Filosoficamente, ci insegna a riflettere sull’origine della vita e sulla natura del divenire: la vita è un processo continuo di nascita e rigenerazione, un movimento ciclico che richiama il ritorno all’origine, alla sorgente del cosmo. Esso ci ricorda la fragilità e la potenza dell’inizio, la sacralità del momento in cui ciò che era potenzialità diventa realtà manifesta. - Il Capricorno è nella disposizione del mondo in Discendente ed insegna sulla fine delle generazioni, è la porta degli dèi
Il Capricorno, collocato in Discendente, rappresenta la conclusione del ciclo vitale, il momento in cui l’essere lascia la dimensione terrena per transitare verso una realtà superiore. È la “porta degli dèi”, il passaggio dal visibile all’invisibile, dalla vita corporea alla trascendenza. Questa posizione ci invita a una riflessione profonda sul tema della fine, non intesa come semplice cessazione dell’esistenza, ma come trasformazione, come ritorno all’origine divina. Filosoficamente, il Capricorno ci pone di fronte all’inevitabilità del tramonto della vita materiale e alla necessità di prepararsi a un viaggio verso ciò che trascende il mondo sensibile. Esso ci spinge a riflettere sulla mortalità come parte integrante del disegno cosmico e a vedere nella morte non una fine assoluta, ma un passaggio verso una forma di esistenza diversa, inscritta nel grande ciclo della natura. - L’Ariete è nella disposizione del mondo in Medio Cielo ed insegna sulla manifestazione delle cose
L’Ariete, posto nel Medio Cielo, rappresenta il punto più alto della manifestazione, il momento in cui le cose si rivelano nella loro piena potenzialità. È il segno che guida e orienta, simbolo dell’inizio del movimento cosmico e della forza propulsiva che spinge ogni cosa a esprimersi. Filosoficamente, l’Ariete ci parla della necessità di dare forma alle idee, di trasformare le intenzioni in azioni, di passare dal possibile al reale. È l’energia che rompe l’inerzia, che apre la strada alla creazione, ricordandoci che ogni manifestazione richiede uno slancio, un coraggio che rompe le barriere della quiete. In questa posizione, l’Ariete ci insegna che l’universo è in continua espansione, che la creazione è un processo dinamico e che ogni atto di manifestazione è un riflesso della tensione verso l’essere, verso il divenire. - La Bilancia è nella disposizione del mondo in Fondo Cielo ed insegna sul fondamento di tutte le cose
La Bilancia, collocata nel Fondo Cielo, rappresenta l’equilibrio originario, la legge universale che sostiene l’intero ordine cosmico. Essa ci riporta al fondamento di ogni esistenza, alla ricerca di un equilibrio che garantisce la stabilità della manifestazione. Filosoficamente, la Bilancia ci parla della necessità di armonizzare le forze opposte, di trovare un punto di incontro tra materia e spirito, tra luce e ombra. Questo segno ci insegna che l’equilibrio non è uno stato statico, ma un continuo aggiustamento, una danza tra le polarità che mantiene l’universo in perfetta coesione. Nel Fondo Cielo, la Bilancia diventa la custode delle leggi inviolabili che regolano il cosmo, il principio che sostiene e ordina, ricordandoci che ogni cosa ha bisogno di un centro, di un principio di stabilità per poter esistere e durare. Essa è il simbolo della giustizia cosmica, di una saggezza antica che permea ogni aspetto della realtà, invitandoci a rispettare e onorare l’armonia nascosta nelle pieghe della creazione. - Il Leone è nella disposizione del mondo in Casa Due a guardia delle porte dell’Ade e la difesa della soglia oltre la quale è il luogo della morte
Il Leone, nella posizione della Casa Due, si trova a custodire una soglia cruciale: quella che separa il mondo dei vivi dal regno dei morti. Simbolo di coraggio e forza, il Leone in questa posizione diventa il guardiano della porta dell’Ade, colui che vigila sulla transizione tra la vita e la morte. Filosoficamente, questa posizione ci parla del ruolo della volontà e del potere interiore di fronte all’inevitabilità della fine. Il Leone, con la sua natura fiera e regale, rappresenta la capacità dell’uomo di affrontare la propria mortalità con dignità, difendendo la soglia della vita e ritardando l’avanzare delle ombre. Esso ci insegna che la vita richiede di essere vissuta con coraggio e che la consapevolezza della morte non deve generare paura, ma spronare a vivere con intensità, riconoscendo il valore di ogni singolo istante. - L’Acquario è nella disposizione del mondo in Casa Otto ovvero dispone il luogo della morte e insegna sulla fatica dell’uomo
L’Acquario, nella Casa Otto, è il segno che governa il luogo della morte, ma lo fa con uno spirito rivoluzionario e visionario, tipico della sua natura. Qui, l’Acquario ci insegna che la morte non è solo un termine fisico, ma un passaggio di trasformazione, un cambiamento radicale che richiede di abbandonare vecchie strutture per fare spazio a nuove visioni. Filosoficamente, questa posizione riflette la fatica dell’uomo nel confrontarsi con il mistero della fine, con l’incertezza del divenire. L’Acquario ci spinge a comprendere la morte come un elemento del ciclo cosmico, una condizione necessaria per la rinascita e per il progresso spirituale. Esso ci invita a riflettere sulla necessità di accettare il cambiamento, anche quando esso si manifesta in forma dolorosa, come parte del viaggio verso una consapevolezza più alta e una visione più ampia dell’esistenza. - La Vergine è nella disposizione del mondo in Casa Tre, luogo della dea per eccellenza
La Vergine, nella Casa Tre, occupa un luogo sacro, un punto di contatto tra il mondo terreno e la dimensione della conoscenza divina. In questa posizione, la Vergine rappresenta la saggezza della dea, l’energia che ci guida nella comprensione dei misteri quotidiani, attraverso l’attenzione ai dettagli e la dedizione al lavoro. Filosoficamente, essa incarna la sacralità della conoscenza pratica, della cura per la parola e della comunicazione intesa come veicolo di verità. La Casa Tre è il luogo della mente, dello scambio e del sapere, e la Vergine in questo contesto ci insegna che la ricerca della verità è un atto di devozione. Il segno della Vergine ci ricorda che il sacro non è lontano da noi, ma si nasconde nei piccoli gesti, nella riflessione e nell’osservazione attenta del mondo che ci circonda. È la dea che ci ispira a cercare la purezza nell’atto di pensare e di parlare, trovando nel quotidiano la via verso il trascendente. - I Pesci sono nella disposizione del mondo in Casa Nove, luogo di Dio, i Pesci come “piedi” rievocano la metafora del cammino verso la fede
I Pesci, nel loro simbolismo di trascendenza e mistero, occupano la Casa Nove, il luogo che nella tradizione astrologica è associato alla conoscenza superiore, alla filosofia e alla religione, il “luogo di Dio”. In questa posizione, i Pesci rappresentano il cammino spirituale, il viaggio dell’anima verso la comprensione delle realtà superiori. Filosoficamente, i Pesci simboleggiano la tensione verso l’infinito, la ricerca di significato oltre le apparenze. La loro natura mutevole ci ricorda che la fede è un percorso continuo, fatto di intuizioni e abbandoni, di passi incerti ma necessari per avanzare verso una dimensione più elevata. I Pesci, associati ai “piedi”, evocano l’idea del cammino, dell’umiltà di chi si avvicina al divino con la consapevolezza dei propri limiti. Essi ci insegnano che la conoscenza di Dio non è un punto di arrivo, ma un sentiero in divenire, un percorso che si rinnova ad ogni passo e che richiede di lasciarsi guidare dalla fiducia in ciò che non è visibile ma si percepisce oltre i confini del mondo materiale. - I Gemelli sono nella disposizione del mondo in Casa Dodici, luogo del cattivo genio, molti miti rievocano “coppie celebri” di amanti o fratelli condannati da Dio per la loro sordità nei confronti della legge di Dio, e sono condannati all’esilio e alla dannazione, alcuni testi medievali indicano il segno Gemelli come segno a cui è preclusa la capacità dell’oracolo, ovvero l’incapacità di percepire la voce di Dio, non a caso tale segno è proprio nel luogo del cattivo genio nel Thema Mundi
La collocazione dei Gemelli nella Casa Dodici, luogo del “cattivo genio”, suggerisce una riflessione sul dualismo e la contraddittorietà della natura umana. La Casa Dodici è tradizionalmente associata alla prigionia, alla sofferenza e all’esilio, dimensioni che si riflettono nei miti di coppie di amanti o fratelli che, per la loro incapacità di ascoltare la voce divina, sono condannati a una forma di alienazione e allontanamento. Filosoficamente, i Gemelli in questo luogo ci parlano della difficoltà dell’uomo nel riconciliarsi con la dimensione superiore, della tentazione di restare confinati nella sfera del dubbio e dell’ambiguità. La loro incapacità di percepire l’oracolo, la voce di Dio, simboleggia la distanza che spesso esiste tra l’intelletto umano, curioso e in costante movimento, e la comprensione delle leggi divine, che richiedono un ascolto più profondo e un abbandono del raziocinio. La posizione dei Gemelli in questo contesto ci invita a riflettere sulla necessità di superare la dualità interiore per poter accedere a una verità più alta, riconoscendo i limiti della conoscenza umana quando essa si distacca dalla sapienza spirituale. - Il Sagittario è nella disposizione del mondo posto in Casa Sei, perché luogo di estrema difficoltà e schiavitù, non a caso posto in questo luogo un segno metà bestia e metà uomo (l’unico dell’intero zodiaco) come a sottolineare la sottomissione dell’uomo alla fatica della Vita
Il Sagittario, collocato nella Casa Sei, che è associata al lavoro, alla fatica e alla servitù, rappresenta la tensione tra l’aspirazione ideale e le necessità della vita terrena. Metà bestia e metà uomo, il Sagittario simboleggia la lotta interiore tra l’istinto animale e l’intelletto umano, tra la dimensione fisica e quella spirituale. Filosoficamente, questa posizione ci ricorda che l’essere umano è vincolato a un’esistenza fatta di sfide quotidiane e obblighi materiali, e che la ricerca della libertà interiore passa attraverso la capacità di confrontarsi con la fatica e l’imperfezione del vivere. La Casa Sei rappresenta dunque la necessità di accettare la disciplina e il lavoro come parte essenziale del percorso di crescita, riconoscendo che solo attraverso l’impegno e la dedizione si può raggiungere una forma più alta di libertà. Il Sagittario in questo contesto ci insegna che, sebbene la nostra natura ci spinga verso orizzonti lontani e mete ideali, non possiamo ignorare la dimensione della vita che ci richiama alla realtà del servizio e della responsabilità. - Il segno Toro è nella disposizione del mondo posto in Casa Undici, perché segno operoso coincide con un luogo altrettanto operoso e industrioso, del buon genio
Il Toro, nella Casa Undici, trova il suo posto in un luogo legato alle amicizie, agli ideali condivisi e ai progetti comuni, uno spazio che rappresenta la capacità di costruire insieme e di realizzare aspirazioni concrete. Filosoficamente, il Toro in questa posizione incarna il legame tra la stabilità del lavoro e la realizzazione dei desideri più alti. La sua natura operosa si riflette nella dedizione e nella pazienza necessarie per costruire solide relazioni e per contribuire al bene collettivo. Il buon genio della Casa Undici rappresenta la capacità di mettere il proprio talento al servizio degli altri, trasformando i doni personali in benefici per la comunità. Questa posizione ci invita a riflettere sul valore del lavoro come forma di costruzione del tessuto sociale e sulla bellezza di perseguire obiettivi che vanno oltre l’interesse individuale, in armonia con la natura generosa e costante del Toro. - Il segno Scorpione è nella disposizione del mondo in Casa Cinque, luogo del piacere e delle passioni, della sessualità per eccellenza, dove non potevamo che trovare un segno da sempre associato agli organi sessuali e agli umori dell’orgasmo maschile e femminile
Lo Scorpione, nella Casa Cinque, è posto nel luogo delle passioni, del piacere e della creatività, ma anche della dimensione più intensa e misteriosa della sessualità. Questa posizione ci richiama alla natura profonda e trasformativa delle emozioni umane, che lo Scorpione rappresenta con la sua energia magnetica e oscura. Filosoficamente, lo Scorpione in questa casa ci insegna che il piacere e il desiderio non sono semplicemente aspetti della vita corporea, ma strumenti di conoscenza che ci permettono di esplorare le profondità della nostra anima. La sessualità, in questa prospettiva, diventa una via di accesso ai misteri della vita e della morte, una forza che ci mette in contatto con l’energia creatrice del cosmo. Lo Scorpione, associato agli organi sessuali e agli umori dell’orgasmo, simboleggia il potere della trasformazione che deriva dall’unione profonda e dal contatto con l’altro, un potere che può essere creativo o distruttivo a seconda di come viene vissuto. La sua presenza nella Casa Cinque ci ricorda che il piacere e la passione sono forze ambivalenti, capaci di rivelare verità nascoste, ma che richiedono di essere comprese e integrate per poter generare crescita e rinnovamento.
BIBLIOGRAFIA
Thema Mundi: world theme of the cosmos by Ashely Owens for Santa Monica Astrology Meetup
Thema Mundi by Douglas Noblehorse
The Thema Mundi by Chris Brennan
Arcana mundi, Giuseppe bezza