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Primi “oroscopi” di cui abbiamo traccia: il mese nativo, XIII sec. a.C.

Anche se dobbiamo all’Astrologia ellenistica l’espansione dell’oroscopia e delle tecniche oroscopiche, l’impulso originario che definirei “proto-oroscopico” è indubbiamente proveniente dai Babilonesi. Sicuramente l’oroscopo era concepito dai babilonesi in modo diverso da come poi sarà concepito ed evoluto dalla tradizione ellenistica. Se vogliamo era in origine una osservazione molto semplice e rudimentale, senza eccessive sofisticazioni tecniche, della volta celeste. Si ritiene dunque, per via di una serie di ritrovamenti di oroscopi babilonesi, che era in uso in quei tempi osservare le disposizioni degli astri erranti del cielo per scopi “genetliaci”, ma che probabilmente tali osservazioni erano piuttosto orali, e non sempre conservate per iscritto.

Ci sono numerosi scavi che hanno rinvenuto antichi oroscopi babilonesi, siamo soliti citare quello che riporta la data del 29 aprile 410 a.C. Ma ve ne sono tanti altri ancora, uno del 4 aprile 263 a.C., un altro del 3 giugno 235 a.C., e via dicendo, molti dei quali provengono da Uruk, a sud di Babilonia.

GLI STRUMENTI DELL’ASTRONOMIA BABILONESE (dal 1800 al 400 a.C.)

Scrive Neugebauer in Le scienze esatte nell’antichità (nella prima edizione del testo 1974): [essi sono] lo zodiaco, formato da 12 sezioni di 30 gradi, come sistema di riferimento per il movimento del Sole e dei pianeti. Un calendario lunisolare fisso, e probabilmente alcuni rapporti fondamentali tra periodi per la luna e per i pianeti. Una conoscenza empirica delle principali sequenze dei fenomeni planetari e lunari, e della variazione di lunghezza del giorno e della notte. L’uso di progressioni aritmetiche per descrivere quantità variabili periodicamente. E, soprattutto, una padronanza completa di metodi numerici che potevano venire applicati immediatamente ai problemi astronomici.

Dobbiamo dunque partire da questa permessa, ovvero dagli strumenti reali in possesso dell’uomo di quei tempi utilizzati per l’osservazione del cielo. Gli Oroscopi che predicono qualcosa su una persona, sono dunque un prodotto dell’Astronomia e non un vaticinio, ovvero le qualità degli astri osservati e dunque visibili, indicheranno certe cose sul nativo perché nel momento della nascita il cielo rifletteva una certa qualità e quantità di luci.

Trovo molto interessante l’oroscopo di Aristocrate datato 3 Giugno 235 a.C. Perché è l’unico che presenta delle iscrizioni più “chiare” o che mi permettono di ragionare sulla sua qualità e sul suo contenuto, l’iscrizione è stata tradotta in questo modo: Giove è a 18° in Sagittario. La posizione di Giove significa che egli diventerà ricco, invecchierà, i suoi giorni saranno numerosi. Venere è a 4° in Toro. La posizione di Venere significa che ovunque egli andrà ciò sarà per lui favorevole, avrà figli e figlie. Mercurio è nei Gemelli con il Sole. La posizione di Mercurio significa che i coraggiosi saranno ai primi posti di rango e sarà più importante dei suoi fratelli.

Quei pochi frammenti traducibili ci destituiscono un chiaro scenario di proto-oroscopo pre-ellenistico ma indiscutibilmente la prima forma di oroscopia della natività! L’astrologo o astronomo babilonese elenca la posizione degli astri, fa osservazioni siderali; oggi siamo abituati a indicare l’Ascendente, o che un Astro X è in un luogo celeste preciso, ma in origine non c’era alcuna alcuna traccia delle case celesti. La suddivisione del cielo nella sfera locale era grossolana, e probabilmente erano tenuti in considerazione solo i punti dell’orizzonte sorgente e tramontante oltre che il punto più elevato del cielo. Ma non c’era una associazione di un Astro in un luogo celeste specifico, non vi erano significati delle case in senso “umano”. Quindi ci si limitava a tradurre la qualità dell’Astro all’interno di quei 12 spazi indicati anche da Neugebauer e che rievocano come è evidente il movimento del sole, nel suo moto apparente. Probabilmente i significati originari degli astri erranti nei 12 settori di quella che chiamiamo oggi eclittica, erano ispirati dal comportamento del Sole in quei settori: comportamenti stagionali, naturali, riverberanti nell’ambiente e nell’ecosistema. E di conseguenza questo dato forniva le basi naturali per tradurre il significato degli astri in determinate posizioni. Non si citano aspetti, paralleli, antiscie o controantisce, ci sono solo osservazioni dirette, di un cielo siderale che restituisce tutta la sua magnificenza direttamente agli occhi dell’astronomo. Va inoltre detto che in questi tempi i presagi astrologici erano fortemente connessi anche ai fenomeni atmosferici, quindi nulla toglie che questi oroscopi siano stati anche osservati all’interno di un “fenomeno climatico e atmosferico” che coadiuvava in un certo senso l’idea del destino del nativo.

Quindi questo proto-oroscopo è basato esclusivamente sulle posizioni degli astri nelle 12 sezioni dell’eclittica. Non ha nulla a che vedere con l’oroscopo greco, perché è solo la tradizione ellenistica che farà evolvere l’oroscopo della natività con tecniche sempre più sofisticate, complesse e articolate. Tuttavia non possiamo nemmeno affermare che i “primi oroscopi” nascono in Grecia, perché in realtà il tentativo dell’uomo di conoscere il suo destino è da sempre esistito.

Per esempio sempre Neugebauer riporta una forma rudimentale e preistorica di predizione del futuro legata ad una persona, si riferisce ai testi ittiti del XIII secolo a.C. (ci indica come fonte B. Meissner in Klio, 19, 1925, pp 432-434) dove il destino di un bambino viene fatto dipendere dal mese della sua nascita. I mesi di un calendario sono in qualsiasi tempo storico dell’uomo da sempre concepiti in correlazione ai fenomeni del cielo e ai fenomeni stagionali e naturali. Questa prima forma preistorica di “studio della natività”, faccio osservare, viene da testi che appartengono al XIII secolo avanti Cristo, parliamo di una finestra temporale che inizia dall’anno 1300 e termina nell’anno 1201 a.C. incluso. Che l’Oroscopo della natività che incontriamo successivamente nella tradizione ellenistica, sia tutta un’altra cosa, non vi è dubbio: ma non sfugge nemmeno che l’apparizione degli oroscopi nel mondo greco non avviene comunque nel silenzio della storia che precede.

 

FONTI CONSULTATE
Le scienze esatte nell’antichità, O. Neugebauer
La macchina del cosmo, Alexander Jones
L’astronomia prima del telescopio, C. Walker
Scritti sulla storia dell’astronomia antica, Giovanni Virginio Schiaparelli
I primordi dell’astronomia presso i babilonesi, Giovanni Virginio Schiaprelli

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