Hubner Wolfgang (Hannover 1939, filologo classico) nel suo “Die Begriffe Astrologie und Astronomie in der Antike” fa notare che il titolo dell’Ottavo Libro di Marziano Capella (IV-V secolo, grammatico romano) è passato da “De Astrologie” a “De Astronomie” nelle edizioni uscite tra la fine del XV secolo e del XIX secolo (l’opera più celebre di Marziano è la “De nuptiis Philologiae et Mercurii” dove in un misto di prosa e versi allegorici presenta le discipline delle arti liberali suddivise in diversi tomi: De Nuptiis Philologiae et Mercurii libro uno e due, poi volumi sulle sette arti ovvero da libro tre a libro nove De arte grammatica, De arte dialectica, De rhetorica, De geometria, De arithmetica, De astronomia, De harmonia.

Morte del Sole, della Luna, e caduta delle stelle (Cristoforo de Predis, XV sec.)

Termini greci riferiti all’Astrologia

Ma i termini greci che si usavano per riferirsi all’Astrologia, come “pratica scientifica”, erano per lo più i seguenti:

genethliaki, che si riferiva specificatamente a tutte quelle pratiche finalizzate allo studio della natività secondo le disposizioni del cielo

apotelesmatikí, che intende riferisci all’efficacia ovvero alla capacità di una data disposizione celeste di produrre un effetto, chiaramente è un termine che si ricollega agli effetti apotelesmatici del cielo sulle cose del mondo sublunare.

Wolfgang Hubner, attraverso le sue ricerche, pare indicare che i termini astrologia e astronomia fossero intercambiabili. Nella Tetrabiblos di Tolomeo l’astrologia è un tipo di prognosi ovvero uno dei mezzi attraverso cui il popolo arriva a predizioni che sono tuttavia il frutto di disposizioni astronomiche.

Due sono le dottrine più importanti e più valide che ci consentono di giungere al fine della previsione astronomica. L’una di esse, prima in ordine e in efficacia, ci offre la comprensione delle configurazioni dei moti del Sole, della Luna e degli astri sia nel loro mutuo rapporto, sia rispetto alla terra, che si verificano in ogni tempo. L’altra è quella mediante la quale investighiamo, in virtù dei caratteri naturali di queste medesime configurazioni, i mutamenti che occorrono nei corpi che esse abbracciano.

Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, Libro Primo, Proemio.

Dalla versione italiana tradotta da Giuseppe Bezza.

Tolomeo e le precisazioni nella Tetrabiblos

Tolomeo definisce due modalità di approccio alla realtà celeste, le chiama dottrine e dice che:

  • una è la più importante in ordine di efficacia e serve per comprendere la figurazione dei moti degli astri (e non può che essere quella che chiamiamo astronomia, attraverso la quale noi possiamo stabilire la posizione di una luce nel cielo, di un pianeta, o di una stella, il suo colore, la sua altezza, il suo orientamento, la qualità del suo moto, secondo l’esperienza che arriva all’osservatore nella sua sfera locale);
  • l’altra dottrina è quella che l’osservatore usa per investigare i mutamenti che le nature di queste configurazioni suscitano (ovvero quella che chiamiamo astrologia).

Nel Libro Uno della Tetrabiblos, al capitolo due (Ove si dimostra che la previsione astronomica è possibile e fino a qual punto), Claudio Tolomeo spiega l’Arte astrologica e la fondatezza di tale arte se associata all’astronomia, tuttavia definisce anche i limiti dell’interpretazione. L’autore parla di elementi, e di nature che provengono dal cielo in base alle disposizioni di queste luci: sul pianeta terra notiamo o percepiamo sulla nostra pelle dei cambiamenti ciclici dell’aria, delle temperature, dell’umidità, del caldo, secco, freddo, umido, tali cambiamenti avvengono in corrispondenza di certi fenomeni astronomici; per esempio le stagioni sono un prodotto del cielo, in particolare del Sole.

La particolare e specifica posizione del Sole rispetto ai movimenti e inclinazioni della terra determina l’esplicitazione delle stagioni (o semplicemente delle diverse temperature delle aree del mondo) che oggi sappiamo sono dovute al Sole ma anche a come la sua luce e la sua attività reagiscono con l’atmosfera terrestre.

Le stagioni per esempio ci portano ad osservare che esse sono causa di fenomeni naturali specifici:

  • cambiamenti della natura;
  • nascita e morte delle piante;
  • nascita e morte dei frutti;
  • tali cambiamenti sono alla base della sopravvivenza, senza frutti non ci sarebbe nutrimento, non ci sarebbe agricoltura, non ci sarebbe cultura e tradizioni nate anche dai fenomeni stagionali e dai prodotti e primizie specifici che tali fenomeni causano in base al luogo geografico di riferimento;
  • inoltre, già ai tempi di Tolomeo si evidenzia come la qualità della luce, quindi le qualità del caldo, freddo, umido, secco, nei vari luoghi del mondo, determinavano civiltà e società diverse attraverso le loro tradizioni e folclori che dipendono anche da una questione ambientale ed ecosistemica.

Non a caso è nella Tetrabiblos che Tolomeo classifica i diversi popoli del mondo e dei diversi loro costumi e tradizioni, diversità che dipendono dalle condizioni naturali dei vari ambienti geografici di riferimento. Altresì allude anche agli effetti della Luna che oggi sappiamo ha un importante ruolo nell’espressione del clima, nel regolare le attività della terra; la Luna non causa solo l’alta e la bassa marea, ma causa anche l’innalzamento e l’abbassamento della crosta terrestre secondo il suo ciclo, inoltre è oggi dimostrato che le fasi della luna suscitano impulsi in certi animali, ma è stato anche dimostrato che la diversa luminosità della luna nelle sue varie fasi causa produzioni ormonali nell’uomo diverse, stessa cosa è causata anche dalle stagioni; quindi i periodi caldi alternati da quelli freddi suscitano cambiamenti nel corpo degli animali e degli esseri umani, corpi che reagiscono alle variazioni del tempo, del clima, delle temperature, che sono un prodotto del cielo. Senza stelle, senza il Sole e la Luna, senza le luci della sfera celeste, senza l’ordine con cui è regolato il meccanismo celeste, non ci sarebbe la vita come la vediamo in questo momento sul nostro pianeta. Tolomeo dunque offre una spiegazione razionale alle interpretazioni celesti, e cerca di bandire tutto ciò che invece è superstizione e banale magia.

Aggiunge poi che l’arte interpretativa è congetturale e dipende dall’indagine e dall’osservazione, afferma infatti che una certa configurazione si ripeterà ciclicamente nel tempo, ma una stessa configurazione non avrà mai lo stesso significato. Questo è il principale motivo per il quale a volte le interpretazioni falliscono perché ci si riferisce a indicazioni “precedenti” che sovente presentano delle sottili divergenze; comunque sia, Tolomeo quando parla di interpretazione e congettura si riferisce ad un approccio di “indagine”: pare riferirsi all’Astrologia non come ad una forma di arte della “congettura precostituita” da riportare di volta in volta, ma piuttosto come “metodo di elaborazione” dei dati astronomici e delle qualità del cielo, dal quale è necessario trarre di volta in volta giudizi deduttivi e che possono risultare non certi, non assoluti, o di volta in volta da adattare al nesso storico-ambientale-sociale-culturale di appartenenza.

Astronomia e Astrologia dipendono l’una dall’altra

In epoca antica l’Astronomia era frequentemente intercambiata con l’Astrologia. Era abbastanza naturale che un calcolo delle posizioni celesti, delle coordinate dei pianeti, il loro comportamento nella sfera locale e celeste, giudicare la loro luce e il loro spettro colorato, portava poi in modo “naturale” ad una interpretazione congetturale sulle questioni del mondo. Per quale motivo?

  1. Perché il mondo antico riteneva l’alto collegato al basso, il basso collegato all’alto, non in senso esoterico, simbolico, o archetipico, ma in senso fisico e letterario. Ogni fenomeno naturale è dovuto ad una connessione celeste non magica ma fisica.
  2. Il concetto di “determinismoè infatti oggi molto frainteso: per il pensiero antico determinismo significa un qualcosa che è stabilito dalle leggi fisiche e naturali. In un certo senso il tramonto è un fatto deterministico, come il sorgere del Sole. Deterministico è il fatto che il Sole in un certo momento dell’anno causa cambiamenti nei cicli naturali degli ecosistemi, in quelle che chiamiamo “stagioni” dove la quantità di luce, la sua specificità, la qualità del calore, dell’umidità, del freddo e della secchezza, suscitano eventi naturali nelle realtà vitali del mondo. Deterministico è dunque ciò che le disposizioni del cielo “determinano” sul piano terrestre e naturale, con cambiamenti nella natura delle cose.
  3. Ne consegue che la disposizione del cielo nel momento della nostra nascita descrive un “momento naturale”. Potremmo paragonarla ad una mappa celeste che intende dirci le qualità del caldo, del freddo, del secco, dell’umido, elaborate attraverso diversi criteri e metodologie. Queste disposizioni indicheranno dunque il modello naturale in cui l’individuo nasce, e ne consegue che tale modello porterà a congetturare una serie di possibili interpretazioni per le questioni pratiche della vita del singolo individuo: ovvero ciò che il nostro sistema vitale e biologica può e non può elaborare nei suoi diversi sistemi, animici come cognitivi.

Conclusioni: definizione finale

Quindi, cos’è l’Astrologia? Con cognizione e ragionamento non possiamo escludere l’astronomia dall’astrologia, le due dottrine dipendono l’una dall’altra. La diversificazione delle due materie, che si fa più evidente a partire dalla fine del X secolo, per poi subire una dicotomia totale in epoca illuministica, è per l’astrologo impropria.

Infatti, l’Astrologia dipende prima di tutto dallo studio del cielo: sono le disposizioni della volta celeste e il modo in cui tali disposizioni sono percepite dall’osservatore nella sua sfera locale a determinare o a classificare certe nature, la matematica celeste è per l’Astrologo un importante “decreto” da cui partire, perché nulla è lasciato al caso o all’intuizione personale, e ogni disposizione ha una sua corrispettiva espressione naturale.

Compresa la natura del cielo che stiamo osservando, passeremo alla parte interpretativa che ha lo scopo di definire come le nature del cielo intendono esprimersi sull’oggetto di nostro interesse (per esempio sul corpo di una persona e sulle sue inclinazioni). Tale congettura intende tradurre le nature proprie degli eventi celesti propagate nell’atmosfera terrestre e come tali nature agiranno sull’individuo. Per congetturarle è necessario conoscere la natura delle cose terrestri, quella che un tempo rientrava nella filosofia naturale, sapere cioè il caldo cosa causa nel corpo, cosi il freddo, così l’umido e il secco, è necessario comprendere come certe nature agiscono nei vari settori dell’esistenza individuale, come agiscono nel modo di esprimere le nostre opere, le nostre azioni, le attività lavorative e sociali, le relazioni, il nostro rapporto con gli altri, il nostro carattere eccetera.

L’astrologia è, in conclusione, quel modello congetturale attraverso cui l’astrologo interpreta i fenomeni del cielo relazionati alla vita di un individuo (per esempio nello studio del tema natale) con lo scopo di definire come le nature del cielo, che agiscono su quelle ambientali ed ecosistemiche, interagiranno con il sistema biologico e vitale dell’individuo definendo temperamento e inclinazioni dell’animo e della mente, da cui si generano tutte le nostre predisposizioni sociali, individuali, caratteriali, relazionali. Ne consegue che la congettura e l’interpretazione devono tenere conto anche del nesso storico di appartenenza, e dei modelli sociali e culturali a cui ogni persona è relazionata.

I limiti dell’astrologia sono ancora oggi gli stessi indicati da Tolomeo:

  1. l’interpretazione astrologica poiché è arte congetturale può fallire nel suo processo interpretativo, perché si limita esclusivamente ad una interpretazione naturale dei fenomeni celesti e di come essi interagiscono con l’Essere e con le sue strutture animiche e cognitive;
  2. l’astrologia nel suo modello genetliaco non può evidentemente “prevedere ogni cosa” perché molte cose non sono congetturabili nei modelli astrologici, per esempio gli eventi di epidemia o tutti quegli eventi che in un preciso momento coinvolgono tantissime persone nello stesso istante, non possono essere congetturate nell’astrologia genetliaca o nello studio del tema natale, perché tali eventi dipendono da questioni collettive e che riguardano un territorio intero o un ambiente molto ampio, in tal senso interviene nella dottrina astrologica la branca dell’astrologia mondiale (o cattolica) che attraverso lo studio delle sizigie, delle eclissi, delle grandi medie piccole congiunzioni secondo la teoria delle congiunzioni Giove Saturno, possono darci indicazioni più generali su eventi che possono riguardare la politica, la società, l’aria che respiriamo, le guerre, le epidemie, le questioni agricole e industriali, eventi che poi agiranno nel nostro mondo individuale di riflesso;
  3. inoltre applicare interpretazioni astrologiche senza una padronanza minima della dottrina e dei suoi metodi, ed escludendo da tale pratica l’astronomia e i suoi criteri di valutazione delle luci del cielo, rischia di portarci a interpretazioni e congetture prive di fondamento, o basate sul solo intuito personale.

Se consideriamo l’Astrologia come un “modello” che intende rappresentare qualcosa di fisico e di calcolabile astronomicamente, stiamo di fronte a una scienza a tutti gli effetti, ma che rientra non nelle scienze empiriche ma piuttosto in quelle interpretative, figurative, di elaborazione creativa ma che parte comunque da input di matematica astronomica. Il modello astrologico non è un modello assoluto, e non è detto che tutti debbano percepirlo come attendibile, ma è piuttosto un modello di indagine, che tenta attraverso i suoi principi di tradurre la natura delle cose celesti e terrestri in principi che attivano, disattivano, predispongono, inclinano, inibiscono o impediscono, certe inclinazioni naturali, in quel principio più che di buon senso ove per ognuno di noi non c’è un “destino precostituito e immutabile” ma piuttosto ci sono “potenzialità e limiti”, entrambe dettate dalle leggi intrinseche del nostro sistema biologico, connesso alla Terra che a sua volta è in connessione al Cielo e alle sue disposizioni e nature.

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