La prassi comune vuole che tendiamo ad identificarci con il nostro segno zodiacale. In genere quando diciamo di che segno siamo, indichiamo il segno occupato dal Sole nel momento della nostra nascita. Nella letteratura astrologica gli autori antichi tendevano invece a dare rilievo al segno dell’Ascendente, come informazione iniziale che oggi potremmo chiamare “tipizzazione” zodiacale. Cerchiamo di capire questa questione e come nasce l’idea di una identificazione del segno solare.

Chi siamo secondo l’Astrologia?

Intanto, è necessario premettere che se desideriamo analizzare il nostro essere con i metodi dell’astrologia non è sufficiente guardare il segno del Sole, o il segno dell’Ascendente. Questi possono solo identificare qualità generali del momento della nostra nascita. Tuttavia, per comprendere le inclinazioni per esempio psicologiche (chiamate inclinazioni dell’animo e della mente), le qualità lavorative e delle attività in genere (chiamate inclinazioni delle opere), il modo che abbiamo di amare (chiamato inclinazioni sessuali), i rapporti che abbiamo con l’eredità genealogica, con la questione de figli, il modo attraverso cui operiamo nelle diverse questioni della vita, è necessario appellarci a dei metodi astrologici che elaborano la nostra carta di nascita osservando più punti insieme, ed eseguendo una serie di calcoli complessi. Quindi, l’identificazione attraverso il segno solare o il segno dell’ascendente, o il segno lunare, è una procedura generale e semplificata, che permette al massimo una descrizione didascalica della nostra identità astrale.

Quando nasce l’identificazione attraverso il segno solare?

Non vi è traccia nella letteratura antica partendo da Tolomeo (II secolo d.C.) arrivando se vogliamo fino all’ultimo (secondo me) astrologo della tradizione degno di nota ovvero William Lilly (XVII secolo). Il Sole non è mai usato per identificare in senso generale un individuo. L’idea di usare il segno solare per tipizzare la nascita di una persona nasce tra 1800 e 1900 (praticamente tra XVIII e XIX secolo e si fa poi radicata nel XX secolo) per una serie di progetti rientrati nella “grande confutazione teosofica” che ha inquinato il sapere e le conoscenze con rivisitazioni moderne. Tuttavia non possiamo liquidare questo tipo di attribuzione con superficialità e dobbiamo comprendere la logica che vi è dietro tale attribuzione. L’Astrologia in particolare nel XIX secolo è stata rielaborata o revisionata con una forte influenza delle nuove dottrine che stavano nascendo in quel periodo, in particolare la psicologia del profondo è stata utilizzata dai praticanti dell’astrologia come metro di valutazione dell’astrologia. Va detto che in questo periodo la conoscenza antica dell’astrologia non era ancora del tutto emersa, oppure circolavano per lo più manuali e testi di difficile comprensione e traduzione. Questo ha permesso una trasposizione della psicologia del profondo verso il metodo astrologico. Ovvero è la psicologia e l’approccio teosofico ad avere proposto un nuovo modello di astrologia, tuttavia questo è stato dovuto alla non-conoscenza di tale dottrina nel suo antico sapere. Il ragionamento da cui si è partito è il “simbolo”: l’astrologia è stata in questi periodo storici vista non come metodo di lettura di un fenomeno celeste e naturale e della sua capacità apotelesmatica negli individui o nel collettivo (ovvero capacità di influenzare e inclinare) ma piuttosto il fenomeno celeste è stato visto come “proiezione umana” di un insieme di simboli importanti per la vita. Un po’ come un tifoso proietta il suo ardore e il suo amore nei confronti della bandiera della sua squadra preferita, verso i linguaggi astrologici sono stati proiettate le convinzioni personali. Da questo tipo di osservazione né deriva la Babele che ancora oggi è strisciante: ecco che non c’è più una considerazione polare nei fenomeni celesti (maschile e femminile) non c’è più contemplazione della natura e ricerca naturale delle analogie tra alto e baso, ecco che per alcuni la Luna è maschile per altri femminile, per altri il Sole identifica una certa cosa per altri una totalmente opposta, ecco che i nomi dei pianeti sono stati elaborati come “etimologie” o “divinità” quindi i significati dei pianeti e dei luminari derivano da “simboli” e non più da certi loro comportamenti nella grande Sfera Celeste vera matrice in cui si compie il miracolo dell’esistenza e della creazione. L’astrologia in questi tempi ha portato l’osservatore ad escludere la natura dal suo metodo e a vedere in essa solo una “proiezione ego-inclinata” dove è l’io, l’ego personale a decidere i significati secondo sensazioni personali e convincimenti soggettivi derivanti da cultura personale e influenze personali. Insomma, un grande caos. Il Sole è stato visto come simbolo della vita, come luogo dell’ego, poiché è l’astro più luminoso indentifica il nostro io, la nostra volontà di essere ed esistere, da questo tipo di ragionamento si è arrivati a vedere il segno zodiacale (solare) come segno di tipizzazione dell’io. Se rispettiamo i metodi dell’astrologia moderna (ad influenza teosofica e della psicologia del profondo) tale attribuzione ne rispetta il suo paradigma ma dovremmo però dire, per onestà intellettuale, che questo tipo di attribuzione parte dal XIX secolo, e non riguarda la dottrina astrologia precedente rappresentata da millenni di letteratura e di esperienze.

Nella letteratura astrologica antica perché si utilizzava il segno dell’Ascendente?

L’Ascendente, ma non solo, è rintracciabile in tutta la letteratura astrologica come punto di identificazione dell’essere. Ovviamente le descrizioni che provengono dall’antichità sono didascaliche e generiche e non erano assolutamente utilizzate poi in sede pratica. Ovvero quando un astrologo antico doveva studiare le inclinazioni di una persona, non riportava il significato generale dell’ascendente ma partiva solitamente nell’indicare il temperamento e il signore della genitura (quindi utilizzava dei metodi e delle elaborazioni per ricavarne le prime qualità inclinanti). Tuttavia molti autori antichi (come Firmico Materno e tanti altri) identificano e offrono delle descrizioni generali su “Chi nasce al sorgere di…” che significa “Chi ha come segno dell’ascendente… Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone e via dicendo” riportando poi indicazioni generali sull’Essere. L’Ascendente è visto come “punto” di una natività in cui sorge una parte di eclittica, ovvero sorge un grado dello zodiaco. Poiché nel metodo astrologico sono i fenomeni astronomici a indicare le qualità di una nascita, il segno ascendente identifica ciò che “sorgeva” nel momento della nascita, quel segno può darci qualche indicazioni sul nostro essere. In particolare poi l’Ascendente è stato da sempre utilizzato come indicatore delle qualità del corpo ovvero le sue caratteristiche, ne consegue che l’Ascendente può indicarci le nature del nostro corpo e darci prime indicazioni qualitative. L’argomento è sviluppato da molti autori ma in particolare Firmico (autore del IV secolo) prova a darci una spiegazione andando anche oltre il mero-Ascendente. Ci dice che i quattro angoli della nascita hanno virtù apotelesmatica ovvero non solo i pianeti causano apotélesma nell’essere ma anche i 4 angoli e i loro relativi gradi zodiacali plasmano una serie di nature (virtù apotelesmatica significa virtù naturale che plasma qualità specifiche nell’individuo). L’Ascendente identifica le qualità o nature del corpo perché il grado zodiacale qui posto è un segno che “sorge” e quindi diventa importante perché le sue nature che “sorgono” sorgeranno anche in noi. Firmico tuttavia va ben oltre e non si limita a dare indicazioni sulla natura dell’Ascendente, ma identifica anche gli altri segni angolari. L’autore identifica anche gli altri segni angolari quindi il segno che culmina (al medio cielo e  al fondo cielo) e il segno che tramonta (al discendente) elencando una serie di significati. Anche questi segni sono dotati di virtù apotelesmatica e andranno a indicare altre nature proprie.

Questa trattazione ci fa comprendere quanto – anche nelle versioni semplificate – il segno zodiacale fosse importante in sede inclinante, ma non in riferimento alla posizione del Sole piuttosto in riferimento a quei segni che posizionati negli “angoli” della sfera locale di nascita vanno a indicare certe nature generali che in parte possiamo poi rintracciare nel nativo. Prima di Firmico, Tolomeo non propone tuttavia alcuna semplificazione al riguardo, non indica le caratteristiche dei segni angolari, tantomeno quelli del Sole, possiamo quindi dire che è dal IV secolo d.C. che ha inizio questo genere di semplificazione dove il maggior riferimento è Firmico Materno che sistematizza i 12 segni zodiacali connotandoli di nature apotelesmatiche in riferimento ai segni posti nei quattro angoli della natività.

Significati dei 12 Segni posti nei 4 Angoli della Nascita, secondo Firmico Materno IV secolo

ARIETE

Virtù apotelesmatica quando segno dell’Ascendente

Indica molti mali nella prima gioventù, nega fratelli o ne risparmia uno solo fra molti e debilita il nativo per l’asprezza di un qualche male. La sua reputazione è sempre accompagnata da avversione. Le sostanze paterne non perdurano nel medesimo stato, ora dilapidate son disperse, ora dissipate sono nuovamente riacquistate. Egli darà ad alcuni l’impressione, a causa della sua grande generosità, di essere solidamente installato, ma ad altri la sua costante generosità sarà sgradita. Renderà i suoi favori ad ingrati e mai sarà equamente ricompensato. Avrà un carattere instabile e sarà sempre afflitto da vari dolori al capo.

Virtù apotelesmatica quando segno del Discendente

Trarrà i suoi guadagni da luoghi acquatici o umidi, sarà preoccupato da qualche timore e incorrerà un qualche pericolo di vita in luoghi deserti, scosso e agitato da una gran copia di pericoli, avrà viaggi frequenti e lunghi e certo un’infermità nascosta e la sua massima prosperità giungerà nella vecchiaia, sua moglie sarà soggetta ad attacchi di follia.

Virtù apotelesmatica quando segno del Medio Cielo

Chi nasce frequenterà uomini potenti e i suoi mezzi di vita gli saranno assicurati da ricchezze altrui, i suoi desideri si rivolgeranno a cose oneste, il suo patrimonio sarà continuamente soggetto a variare e quante volte lo perderà altrettante lo ricostituirà.

Virtù apotelesmatica quando segno del Fondo Cielo

Molto andrà vagando ed avrà pace solo dopo aver provato disagi e la sua vita cangerà per la multiformità delle sue azioni, godrà di condizioni di alta dignità, ora abbattuto sarà a livello più basso, tale disproporzione gli verrà a causa delle amicizie con i potenti, seppellirà la moglie e il primo figlio o per certo un suo figlio soffrirà di gravi infermità.

GLI ALTRI SEGNI

Puoi leggere gli altri segni consultando il relativo PDF nella sezione di Academia.edu LINK

 

 

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